MESSINA. Dopo anni di oblio riapre il ritrovo Billè, storico e probabilmente più celebre locale di Messina. L’operazione, della quale si parla da tempo, si è concretizzata: sarà portata avanti dalla famiglia Urbano, proprietaria di Miscela d’oro, e si posizionerà nella categoria “premium”.
Il gruppo imprenditoriale ha acquisito l’intero primo piano dello stabile storico per una cifra tra gli 800 ed i novecentomila euro, ma ancora non è certo se il locale manterrà la storica denominazione.
I lavori di ristrutturazione sono in corso: ad occuparsi del progetto Luciano Taranto, ingegnere, e Andrea Taranto, architetto, impresa esecutrice la messinese Cogedis.
Cosa ci sarà nel locale in ristrutturazione? Nonostante l’impostazione moderna e in linea con le più recenti tendenze nel settore della ristorazione, che privilegia diverse esperienze all’interno dello stesso locale, sarà predominante l’attività “core” del gruppo, cioè il caffè, con un punto degustazione, e l’angolo culinario.
Probabile il coinvolgimento nel progetto dello chef palermitano Filippo La Mantia, che tempo fa aveva annunciato su Facebook, con un post sibillino, di essere in procinto di iniziare in riva allo Stretto “una consulenza per un locale che sarà caffetteria, bistrot e gastronomia”. «Ci tengo a precisare che non è il mio ristorante. Mi sto occupando del ‘reclutamento’ di varie tipologie lavorative (fra cui 1 manager, 1 cassiere, 1 barista e 2 gastonomi/rosticceri/cuochi, ndr)», si legge sulla bacheca dell’ex giudice del talent “The Chef” (insieme a Davide Oldani), nonché compagno della foodblogger Chiara Maci. Nessuna conferma in merito da parte dell’azienda.
Negli ultimi anni, il locale che è stato di proprietà dell’ex presidente di Confcommercio nazionale Sergio Billè ha avuto una vita parecchio travagliata: poco meno di una decina di anni fa a gestirlo era stato l’imprenditore del settore Giovanni Giamis, che lo aveva rilevato a marzo del 2010 per poi entrare in crisi già nel dicembre successivo e chiuderlo in primavera, a causa del canone di affitto altissimo (13mila euro il primo anno, 14mila euro i successivi) e i problemi strutturali delle botteghe (i bagni non a norma). Nel 2012, a rilevarne la gestione era stata una cordata capeggiata dall’ex assessore provinciale Bruno Cilento, oggi direttore generale di UniLav: contratto chiuso a più o meno 9000 euro mensili, cifra che comprendeva lʼaffitto delle mura e della licenza, non rinnovabile a causa dei soliti problemi ai bagni. Qualche anno, e anche la cordata Cilento ha gettato la spugna, lasciando le saracinesche del ritrovo chiuse. Un problema, quello dei servizi a norma di legge, che la nuova proprietà sta risolvendo col totale rifacimento degli interni.
solo una pecca il gelato non sarà messinese ma Venchi
Che io sappia, il piu’ celebre locale bar di Messina era, e restera’ per sesempre nel cuore dei Messinesi, . . . il “Ritrovo Irrera”. Imparagonabile.