MESSINA. Il giorno dell’inizio della “fase due” è arrivato in tutta Italia: da ieri, 4 maggio, infatti, sono entrati in vigore gli allentamenti al lockdown di quasi due mesi previsti dal decreto della presidenza del consiglio dei ministri emanato dal premier Giuseppe Conte, e gli effetti dell’ordinanza regionale del governatore della Sicilia Nello Musumeci. A Messina, però, a far discutere è l’ordinanza emanata dal sindaco Cateno De Luca. Che in alcuni punti ha creato più confusione che chiarezza, andando alternativamente contro l’uno o ‘altro dei documenti, e qualche volta contraddicendoli entrambi.

La questione è stata annunciata alle dieci e mezza di sera di domenica 3 nella diretta di De Luca, ormai diventata a tutti gli effetti fonte normativa (più o meno). All’interno della sua ordinanza, non è presente nessuna delle misure per la “ripartenza economica” che aveva annunciato qualche giorno fa: dai distributori automatici di mascherine e dispencer per la sanificazione della mani obbligatori in ogni locale commerciale, al database per la prenotazione tutte le attività, fino alle misure (inattuabili dal Comune senza un provvedimento governativo) di taglio dei tributi locali come l’occupazione suolo.

Il primo argomento di discussione è stato il ritorno in Sicilia di chi vive fuori, che per decisione del presidente della Regione Siciliana non è permesso fino al 17 maggio, ed è normato da un decreto del ministro dei Trasporti, di concerto con il ministro della Salute, che disciplina le modalità con cui si rientra nel territorio siciliano. “Si tratta di un provvedimento, giudicato da tutti essenziale nella fase della diffusione del contagio, che ha raccolto la richiesta di limitare l’accesso all’Isola che il presidente Musumeci avanzava già dalla fine del mese di febbraio”, ha spiegato l’assessore alla Salute Ruggero Razza.

De Luca invece non perde occasione per polemizzare con le decisione, e torna di nuovo a “battere a coppe” con la banca dati, sostenendo con ironia, pur senza mai affermarlo direttamente, che la presidentessa della regione Calabria Jole Santelli ne abbia attuata una uguale. Anche la Sicilia, nonostante quello che De Luca va dicendo da settimane, ne ha una (Coronavirus Sicilia, attiva dal 9 marzo) e pure un’app (Sicilia si-cura), e da un paio di settimane prima che Messina adottasse la sua, poi fatta a pezzi da un decreto del presidente della repubblica Sergio Mattarella.

Poi tocca ai cimiteri, con un’altra polemica, e un altro fraintendimento: “Non si aprono fino a quando non arriva la risposta al quesito (posto alla presidenza del consiglio, ndr)”, sbotta De Luca. Secondo il sindaco, “ho una circolare dell’8 di aprile che mi vieta l’apertura e non c’è alcuna disposizione contraria”. E invece la “disposizione contraria” c’è: l’ordinanza regionale del 30 aprile recita testualmente: “I sindaci hanno la facoltà di disporre l’apertura dei cimiteri, a condizione che possano essere assicurate adeguate misure organizzative per evitare assembramento di visitatori e per garantire la distanza interpersonale”. Quindi l’organizzazione tocca al Comune (e ancora non si è disposto nulla).

 

Per quanto riguarda lo sport, è l’assessore all’Ambiente Dafne Musolino che  chiarisce cosa si può fare: in pratica tutti gli sport che non prevedano assembramenti. Poteva essere così facile? Ovviamente no. E infatti “Io circoli non ne ho aperti”, si affretta comunque a sottolineare De Luca, parlando di attività sportiva. “Fino a quando non mi dirà qualcuno di aprire i circoli, io non li apro”. E quindi li può aprire, visto che l’ordinanza, di nuovo, concede ampia facoltà di apertura: “I circoli, le società e le associazioni sportive sono autorizzati all’espletamento delle proprie attività, purchè in luoghi aperti.”, si legge all’articolo 8),

 

In più, una circolare dell’assessorato alla Salute chiarisce ulteriormente la faccenda: “nei circoli e nelle strutture sportive private, i legali rappresentanti dovranno far rispettare tutte le misure in materia di sanificazione, di distanziamento interpersonale e di utilizzo dei dispositivi di protezione individuale e di sicurezza (mascherine, guanti, termoscanner e saturimetro). Nelle strutture, all’intero delle quali potranno accedere solo gli iscritti, dovrà essere individuato un supervisor che avrà il compito di “monitorare ed assicurare costantemente il regolare espletamento delle attività. All’interno dei circoli sportivi, che dovranno dotarsi di igienizzanti da dislocare nelle diverse aree dedicate all’attività fisica e nelle aree comuni (ingresso, WC etc.),  sarà comunque vietato l’uso di piscine e luoghi chiusi, quali palestra, bar, sale di intrattenimento e non sarà consentito l’utilizzo delle docce. L’ingresso negli spogliatoi, infine, è permesso esclusivamente per l’uso dei wc che dovranno essere preventivamente sanificati”.

Poi ci sono ville e parchi comunali: la loro fruizione è permessa dal Dpcm del 26 aprile (al quale si rifà l’ordinanza regionale, quando non cita espressamente un tema), e infatti in molte altre città sono stati aperti oggi. Non a Messina però: l’ordinanza ne prevede l’apertura (sette giorni su sette, mattina e pomeriggio, ha promesso De luca), a partire da venerdi 8, per poter consentire la sanificazione e la gestione per evitare assembramenti: attività alle quali ci si poteva pensare per tempo, data che il dpcm è del 26 aprile, e l’ordinanza regionale del 30.

 

Infine c’è la toelettatura per gli animali, di cui il dpcm non parla, ma che per ordinanza regionale è permessa in tutta la Sicilia (e anzi incoraggiata: “è necessario consentire le attività di tolettatura e dei connessi servizi per evitare l’insorgere di problemi di carattere igienico-sanitario (dermatiti, presenza di parassiti, ecc.”, recita il provvedimento), ma non a Messina: l’ordinanza di De luca non la inserisce tra le attività consentite. Il perchè non si sa, e per questo ieri molte attività non hanno aperto i battenti.

Non bastasse il corpo del deliberato, anche l’articolo 5 dell’ordinanza regionale lo prevede espressamente

 

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Domi
Domi
5 Maggio 2020 8:33

Spiegategli che la banca dati della Calabria è creata assieme a protezione Civile….e mi fermo qui!…