MESSINA. Verso la fine del mese, più precisamente tra il 15 aprile e l’inizio di maggio, la Sicilia potrebbe praticamente uscire dall’incubo coronavirus e contenere i contagi tra dieci e zero al giorno. E’ la conclusione alla quale è arrivata una squadra di ricerca del Dipartimento di scienze economiche, aziendali e statistiche dell’università di Palermo, che dall’inizio della crisi segue l’evoluzione delle curve epidemiologiche, e ne ricava previsioni statistiche.

E quella più recente dice che la Sicilia potrebbe essere la prima regione d’Italia ad essere “covid-19 free”. Una speranza che si basa su osservazioni, numeri, e valutazioni sull’efficacia delle misure di contenimento messe in atto per evitare il contagio da coronavirus: che spiegano come, se non dovessero esserci scossoni legati ad imprevisti, l’andamento delle curve rivela che da sabato 11 il numero medio di nuovi contagiati al giorno potrebbe scendere a 20, con probabilità di arrivare a 10 entro tra l’8 e il 16 aprile.

La tabella di seguito, elaborata dai ricercatori, riporta una stima dell’intervallo di date in cui si prevede si realizzerà un numero di nuovi contagi relativamente basso. L’intervallo di date indica, pertanto, il periodo in cui approssimativamente l’epidemia si avvia verso la sua estinzione.

Quali sono gli imprevisti? Scongiurata ormai quasi definitivamente l’ondata temuta di contagi che sarebbero potuti derivare dall’esodo di massa dell’8 marzo, ormai un mese fa (quindi praticamente fuori dalla finestra di manifestazione dell’incubazione del covid-19), tutto dipende dall’esito dei tamponi che da qualche giorno iniziano ad essere analizzati in maniera più massiccia (qui per approfondirne le ragioni): se l’incremento nel numero di test dovesse continuare a dare lo stesso numero di contagiati registrato fino adesso, quindi con un trend in forte rallentamento, l’ottimismo potrebbe essere giustificato.

“Il modello di previsione qui utilizzato (come qualsiasi altro modello statistico) si basa sull’assunzione che l’andamento del tasso di crescita o il numero di tamponi non subisca importanti variazioni indotte da fattori esterni o da modifiche importanti alle attuali condizioni di osservazione. Per esempio, il mancato rispetto delle misure di distanziamento sociale potrebbe essere un fattore chiave nel determinare una perdita di accuratezza nelle stime”, precisano Andrea Consiglio, Vito Muggeo, Gianluca Sottile, Vincenzo G. Genova, Giorgio Bertolazzi e Mariano Porcu del dipartimento di statistica dell’Università di Palermo.

“Nessuno è in grado di prevedere il livello massimo di contagiati e il giorno esatto in cui l’epidemia cesserà”, sottolineano saggiamente gli studiosi. “Il nostro studio, basandosi su solidi modelli statistici, fornisce possibili evoluzioni dell’epidemia. Le varie possibilità sono indicate dalle curve in grigio. Col passare del tempo e con nuovi dati sarà possibile ridurre il grado d’incertezza e identificare la curva (fra quelle disponibili) che con più alta probabilità descriverà l’evoluzione dell’epidemia”, spiegano.

I due grafici sono legati fra di loro: l’istante di tempo nella curva in basso in cui il numero dei nuovi contagiati è quasi nullo, corrisponde nella curva in alto all’istante di tempo in cui il numero totale dei contagiati è massimo: infatti se il numero dei nuovi contagiati è zero, il numero totale dei contagiati non può più aumentare.

In entrambi i grafici, la linea verticale tratteggiata di colore rosso divide il passato dal futuro e i puntini blu indicano i conteggi osservati fino alla data odierna. Le curve a destra della linea rossa tratteggiata descrivono, quindi, i possibili scenari di evoluzione dell’epidemia.

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Brunetto Latini
Brunetto Latini
7 Aprile 2020 19:17

spero di sbagliarmi, ma la ricerca viene dal dipartimento universitario diretto dal barboncino della Saguto. E’ il caso di prenderla sul serio?