MESSINA. Era partito in pompa magna il 7 ottobre, è durato meno di quattro mesi. Il numero whatsapp col quale era possibile segnalare disservizi all’amministrazione, lanciato con grande clamore dal sindaco Cateno De Luca, e che prevedeva “taglie per i trasgressori e premi per chi manda segnalazioni”, non esiste più. Digitandolo, infatti, la voce registrata dell’operatrice informa che il numero non risulta più attivo.

All’indomani del lancio, le polemiche piovute sul capo dell’amministrazione (così come i plausi per l’iniziativa) non si contavano. Tra i primi a sollevare critiche c’è stato il Silpol, sindacato dei lavoratori di Polizia locale. Addirittura, Cambiamo Messina dal basso aveva inoltrato un esposto a procura e prefettura per valutare se ci fossero possibili problemi con la violazione della privacy. Di certo ce n’erano per quanto riguardava la raccolta e la tracciabilità dei dati degli utenti, tanto che il dirigente Domenico Signorelli si è sentito in dovere di spiegare che l’utilizzo dei dati sensibili dipende dal gestore e non dal Comune (questione sulla quale avevano chiesto lumi le consigliere di circoscrizione di Vento dello Stretto Debora Buda e Lorena Fulco).

A cadere “vittima” delle segnalazioni anche De Luca stesso: durante l’esibizione con una moto da enduro all’interno di Palazzo Zanca, per lanciare la gara di Enduro a Santa Margherita, il numero fu preso di mira da numerosi cittadini con un gesto “situazionista”

Una curiosità. Il numero che per qualche mese è stato deputato a riportare lamentele all’attenzione dell’amministrazione, per un periodo di tempo è stato quello di servizio dell’assessore ai Servizi sociali della precedente amministrazione Nino Mantineo.

 

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marco
marco
5 Febbraio 2020 20:04

Purtroppo noi italiani siamo campioni d’interpretazione. Mi sembra abbastanza chiaro il riferimento alla “taglia” e ai “premi per chi segnala”. Quindi trovo fuor di luogo il richiamo alla “privacy”. di chi? del trasgressore o di segnala? Peccato una un’altra occasione persa. Nei paesi civili segnalare una trasgressione o infrazione o testimoniare di un incidente e’ di uso + comune.