MESSINA. Si è conclusa con un nulla di fatto la seduta in consiglio sul “Cambio di passo” prospettato da Cateno De Luca, che ha dovuto lasciare l’Aula a causa di un impegno istituzionale nella qualità di sindaco metropolitano. La discussione, dalla quale dipendono direttamente le sorti della Giunta, e indirettamente quelle della città, è stata rinviata adesso alle 15 di mercoledì. Dalle prime dichiarazioni d’intenti sembra tuttavia delinearsi un quadro preciso, già prospettato negli scorsi giorni e reso ancora più esplicito dall’uscita dall’Aula inaspettata di Sicilia Futura: i “numeri” per la fiducia non ci sono e probabilmente non ci saranno nemmeno domani. A meno di improvvisi dietrofront.

«Quella di Sicilia Futura  è stata una posizione politica molto netta da parte del gruppo che più ha sostenuto in Aula la Giunta De Luca in questo anno e mezzo»,  commenta Alessandro Russo di Libera Me. «Mercoledì si dovrebbe prendere atto che i “sì” non ci sono, sempre se si andrà al voto, date le richieste di ritiro della delibera. Io credo che il sindaco non abbia più nessuna intenzione di governare la città e non farà altro che costruire le condizioni per tornare alle urne. Il consiglio non può essere insultato nel modo in cui è stato insultato e deve rimpallare al sindaco tutti gli insulti e le ingiurie. Questo è un consiglio con tanti difetti ma di sicuro non possiamo essere accusati di certo di essere attaccati ai gettoni. Secondo me De Luca scappa dal Governo della città. Chi vuole governare e sa di non avere un consigliere nel momento in cui viene eletto ne prende atto fin dall’inizio e cerca di costruire le condizioni per condividere  un percorso, non imponendo gli atti e le date».

 

 

A commentare l’accaduto è anche il capogruppo del M5s Andrea Argento, da sempre uno dei più agguerriti oppositori del sindaco, che critica la scelta di sospendere la seduta: «Tutta la città sapeva che si sarebbe votata una delibera  dirimente anche per la sua esperienza da sindaco. Sapendolo prima De Luca avrebbe dovuto fare altre scelte. Da parte mia avrei proseguito oggi stesso per mettere un punto sin da subito e chiarire le posizioni di tutti i gruppi consiliari e dell’Amministrazione stessa».

 

Non le manda a dire Salvatore Sorbello, che considera l’interruzione della seduta l’ennesimo affronto al consiglio: «Viene, ci insulta e poi ci dice che deve andare alla Beata Eustochia. Mi sembra un gesto un po’ incoerente. Sono qui a lavorare e oltre a sentire i suoi insulti vorrei anche rispondere», sbotta, commentando poi lo scenario politico: «In base alle previsioni con il voto di Sicilia Futura si arrivava a 15 voti…. Il vero cambio di passo deve farlo l’Amministrazione».

 

Più “possibilisti” Giovanni Caruso e Massimo Rizzo. «Ancora tante cose vanno chiarite. Siamo in una fase interlocutoria», commenta il primo, invitato i colleghi a mettere da parte le casacche politiche e ad analizzare le serenamente le singole delibere, “da non avallare comunque in maniera preventiva”. Rizzo si affida a una metafora calcistica: «Il pronostico è ancora aperto. Mi auguro che il prosieguo del dibattito chiarisca i reali termini della partita che stiamo giocando. Il mio gruppo ha avuto un approccio assolutamente laico e abbiamo votato il SalvaMessina non per andare pro o contro De Luca ma per evitare il dissesto».

 

 

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