MESSINA. Domenica “rovente” per il sindaco Cateno De Luca, che prima di prendere parte alla processione del Corpus Domini, ha inveito sui social contro alcuni dei suoi avversari politici (ma anche contro i dipendenti comunali, la stampa e semplici cittadini). A finire nel mirino del sindaco sono stati in particolare l’ex consigliere comunale Daniele Zuccarello e “certi ambienti che agiscono con la logica della mistificazione ed intimidazione tipica di una certa cultura mafiosa”, mentre nei giorni precedenti il primo cittadino si era scontrato con il sottosegretario all’economia Alessio Villarosa e Roberto Cerreti di Mli.

Ultima “faida” in ordine di tempo è invece quella con l’ex assessore della Giunta Accorinti Guido Signorino, che è intervenuto con una lettera rispondendo a un post di De Luca sull’abbandono di rifiuti a Gravitelli.

«Gentile signor Sindaco, in uno dei proverbiali post che caratterizzano l’attività della pagina Facebook “Cateno De Luca Sindaco di Messina” – scrive Signorino – lei ha pubblicato e commentato delle immagini con nomi, cognomi o identificativi di persone fisiche o giuridiche sotto il titolo (in verità non poco azzardato): “Ecco gli zozzoni che hanno abbandonato i rifiuti in via Verdi”, lanciando una singolare sfida alla denuncia per violazione della privacy. Oltre alle etichette riconducibili ad alcune ditte, compaiono tre nomi di cittadini connessi ad attività universitaria: un docente universitario (io) e due laureate. Indipendentemente dalle sue intenzioni, che possono ben essere orientate esclusivamente a magnificare la sua azione amministrativa, connotata da tratti di gestione “da sceriffo” di cui ha ripetutamente ritenuto di fare vanto, l’esito di questa infelice comunicazione è stato quello di ingenerare l’idea che le persone o le ditte menzionate fossero responsabili di qualche violazione regolamentare. Poiché nel caso che riguarda le tre persone fisiche (ma in realtà nemmeno nel caso delle ditte) – prosegue – nulla può legittimamente condurre a tale conclusione, come misura minima di tutela della reputazione e dell’immagine mia e delle altre persone il cui nome è stato improvvidamente riferito, la invito a chiarire con la massima immediatezza, sullo stesso mezzo e con la stessa evidenza data alle fotografie, che non era sua intenzione suggerire che i nomi delle persone fisiche o giuridiche ritratti nelle immagini fossero da considerare responsabili di alcuna violazione di legge; la invito inoltre a rimuovere con altrettanta immediatezza il post e le foto dalla pagina Facebook dove sono attualmente in pubblicazione. In attesa di un suo riscontro, le porgo i miei saluti di cittadino, auspicando che le modalità e il linguaggio del confronto politico in città assumano nuovamente il carattere di civiltà gli sono propri e che nel suo residuo semestre di attività amministrativa voglia finalmente abbandonare toni e termini da continua campagna elettorale per dedicarsi alle importanti incombenze cui il suo ufficio le impone di attendere».

Immediata la replica del Sindaco: «Alla lettera del prof. Guido Signorino rispondo con una domanda: a che titolo parla? Da docente – perché in quel caso ci ha già pensato l’Università a sottolineare la vicenda delle tesi abbandonate – oppure, come temo, da ex Assessore al Bilancio, silurato durante l’Amministrazione Accorinti? Signorino – scrive De Luca – ha perso l’ennesima occasione per tacere. Non è la prima volta. Ricordo che l’ex Assessore al Bilancio mi accusò qualche mese addietro di mistificare la realtà circa la mia denuncia sui bilanci comunali falsati, sotto il suo mandato. In realtà ci ha pensato la Corte dei Conti ha supportare la mia denuncia, sbugiardando Signorino con due delibere che certificano la non veridicità dei bilanci del Comune di Messina, contestando violazioni contabili. Di che cosa stiamo parlando Signorino? Mi chiedo dunque – conclude De Luca – a che titolo mi attacchi? Forse da colui che ha il dente avvelenato, che per ripulire la sua immagine usa la mia? Nel post incriminato non c’è un attacco ad personam, solo una constatazione di fatto circa il degrado in cui versa una via da me amministrata, che piaccia o meno all’ex Assessore. Il suo auspicio circa i miei ultimi sei mesi di governo, infine, dimostra come sia in malafede, nella speranza che per lui si possano riaccendere le luci politiche della ribalta, mestamente spente dopo che è stato accompagnato alla porta».

 

 

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