Brutalismo e dewcostruttivismo fuse insieme nello stile "non -finito siciliano"

 

MESSINA. Non solo sgombero delle baracche entro il 30 ottobre e abbattimento entro il 31 dicembre: per accelerare il risanamento, il sindaco Cateno De Luca chiede alla Regione la dichiarazione dello stato di emergenza sanitaria e socio ambientale.

Per farlo, De Luca cita l’ultimo censimento, del 2002, che raccontava di 3336 nuclei familiari che abitavano in “grave situazione di degrado” in baracche “sovraffollate, precarie e inabitabili” in uno dei sette ambiti in cui il Comune ha suddiviso i lotti delle baraccopoli: Annunziata, Giostra-Ritiro-Tremonti, Camaro-Bisconte, Fondo Saccà, Fondo Fucile-via Taormina, S.Lucia-S.Filippo, e Bordonaro-S. Filippo alto.

Nella delibera si legge che “il venir meno delle condizioni genico sanitarie di salubrità dei locali nonché di sicurezza dei manufatti sotto i profili della antisismici ta e degli impianti, deve determinare, tutela dell’incolumità degli individui e delle preminenti esigenze di sanità e sicurezza pubblica, anche l’avvio delle procedure di sgombero quattro demolizione delle strutture. Ove vengano meno tali presupposti, si determinano indicazione del diritto soggettivo alla tutela della salute e del benessere di ciascun individuo e dei suoi familiari e che, laddove sono gli sconti gli amici si fa il urgenza per garantirne il suo esercizio, occorre intervenire in forza del potere dovere riconosciuto in capo al sindaco quale autorità locali igienico sanitaria, di pubblica sicurezza, e di protezione civile, nei limiti delle funzioni affidategli dalla legge”.

In virtù di questi poteri, De Luca non solo chiede alla Regione lo stato di emergenza, ma trasmette l’atto alla presidenza del Consiglio di ministri, al dipartimento nazionale della Protezione civile, agli assessorati regionali alla Protezione civile ed ai Lavori pubblici ed al Prefetto di Messina.

 

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