MESSINA. “Abbiamo deciso di entrare a far parte della coalizione di centrosinistra per arginare la deriva pericolosa e populista, e per tenerci lontani dalle soluzioni “di pancia” che rispondono allo scontento e alla paura di chi si è allontanato dalla politica. E invece è necessaria competenza per riportare Messina nel posto in cui merita”. Domenico Siracusano, coordinatore provinciale di Art.1 sgombera subito il campo dagli equivoci: la lista rappresenta l’ala sinistra della coalizione. Richiama le esperienze dei Verdi e del Partito comunista, che nella lista è rappresentato da Pippo De Stefano, consigliere comunale fino al 2005 col partito Repubblicano, e passa in rassegna i “totem” della sinistra messinese che in qualche modo, attivamente o da dietro le quinte, sostengono il progetto: dal giornalista de l’Ora Sergio Sergi ad Angelo Libetti, da Gino Savoja al “grande vecchio” Gioacchino Silvestro, che assiste sornione dalla panchina di uno dei posti più belli di Messina, significativamente scelto per l’incontro: piazza Vittoria, lo spazio davanti all’ex convitto Dante Aligheri e di fronte alla Fiera.

E poi Siracusano passa ad esporre i “punti cardinali” del programma del movimento.”Il Comune non deve dare posti di lavoro, dev’essere un facilitatore, limitare al massimo gli elementi critici, il primo dei quali è corruzione e mafia. Dobbiamo recuperare il rapporto col mare, in questo momento la maggior parte del quale è negato”: tema che tornerà più volte nel corso della presentazione

Maria Flavia Timbro è vicesindaca designata dal candidato Antonio Saitta: “Una rivoluzione la può compiere una coalizione guidata non solo da una persona onesta, cosa che dovrebbe essere un prerequisito, ma soprattutto competente: non si tratta di buttare giù dieci punti di programma, bisogna soprattutto sapere come tradurli in realtà. Per noi non esistono cittadini di serie A e di serie B: i messinesi devono smettere di essere abitanti e devono diventare cittadini, coi loro diritti ma anche coi loro doveri”., spiega.

Giuseppe Grioli, candidato alle regionali di novembre che per un pelo non è arrivato a palazzo dei Normanni, interviene direttamente sulla lotta tutti contro tutti che sembra essere diventata la campagna elettorale. “Il cittadino decide liberamente se ha chiaro chi ha di fronte e rispecchia le sue idee. Invece è diventato un ring in cui cui si vuole vedere il sangue: se continua così al 24 giugno ci saranno solo macerie”. E sulla scelta di campo, antitetica rispetto a regionali e politiche, “noi abbiamo cercato di rimediare alle sconfitte del passato, la nostra presa di posizione era segno che qualcosa non andava, ed è stata confermata dai risultati”. E sul programma, spiega che “Questa città deve ripartire dalle sue criticità, e le criticità devono diventare opportunità di sviluppo, quindi lotta alla mafia e messa in sicurezza del territorio. Le politiche portuali devono confermare la conurbazione con l’altra sponda dello Stretto.

Torna nell’agone politico, dopo tredici anni, Pippo De Stefano. “Il Comune ha una macchina amministrativa che non cammina, è quella che dobbiamo curare, trasformare, dirigere e formare, dai dirigenti ai vigili urbani, per la realizzazione di patti pragmatici di valenza sociale”. Anche lui torna sulle periferie3. “Sono felice che sia stato inserito il piano strategico per i villaggi: è lì che bisogna intervenire e arrivare ad essere voce presente, e soprattutto intervenire sul problema del risanamento, che ricordo da quando ero consigliere comunale nel lontano 2005 e rispetto al quale in tutto questo tempo non siamo riusciti ad incidere”.

Santi Interdonato è consigliere uscente del terzo quartiere. “Veterano”, aggiunge. Anche lui parla di periferie. “Ho esperienza diretta, e so come sono state abbandonate, anche nei servizi essenziali come la pubblica illuminazione. Ci sono aree delle quali il Comune non è proprietario dal punto di vista catastale (il proprietario è l’Iacp) e quindi ha interrotto la pubblica illuminazione. E lì ci abitano cittadini. Questa giunta ha parlato di periferie, ma non è riuscita mai a risolverne i problemi”. Poi l’argomento di rottura: “Da Contesse a paradiso vige il divieto di balneazione. E’ incredibile”.

Chiusura per Rosita Mantineo, esponente dei giovani di Art.1 inizia a parlare di termini ormai tristemente desueti: “Militanza e partecipazione”. Giovane ed emozionatissima, per lei poche parole: “Da studentessa di giurisprudenza ritengo che sia fondamentale la lotta alla mafia”.

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