MESSINA. «Una città moderna, civile e sostenibile non può fare a meno di aree pedonali, che sono una risorsa imprescindibile per la crescita del turismo e dell’economia». Così il candidato sindaco del M5S, Gaetano Sciacca, commenta una delle tematiche cittadine che nei mesi scorsi ha fatto più discutere, l’eterna questione delle isole pedonali, tornata in auge nei giorni scorsi dopo la proposta lanciata da Antonio Saitta di riaprire al traffico nei giorni feriali via 1° Settembre. Un’idea che non è andata giù nemmeno all’assessore Gaetano Cacciola, che ribadisce l’importanza di una mobilità sostenibile in città.

«Le aree pedonali – commenta Sciacca – non devono essere delle “isole senza ponti”, ma degli spazi nevralgici interconnessi con la città che favoriscano la socialità, integrati a un servizio pubblico efficiente. C’è una differenza sostanziale fra una strada chiusa al traffico con delle transenne, avulsa dal contesto, e un luogo pensato e realizzato a misura di pedone, inserito in maniera organica nel vissuto cittadino, con un adeguato decoro urbano», spiega il candidato pentastellato, che specifica: è fondamentale uno studio ponderato di fattibilità, che comprenda una modifica al Piano Urbano della Mobilità e un dialogo concertato con le parti in causa.

«Non si risolvono i problemi senza indicare soluzioni  e non bisogna spacciare per soluzioni delle idee confuse – prosegue Sciacca – La cosa peggiore che si possa prospettare, in via 1° Settembre, è la chiusura delle strade ad intermittenza. In questo modo non si potrà mai progettare un effettivo abbellimento, né sarà possibile migliorarne l’arredo urbano. A volte, purtroppo, per raccattare qualche voto, basta andare in giro e promettere “ci penso io”. La parte “alta” di via primo Settembre – si legge in una nota – è la naturale prosecuzione di Piazza Duomo. L’idea di riconsegnare il salotto buono della città alle macchine è una proposta senza senso che danneggerebbe migliaia di persone solo per tutelare qualche possibile elettore. I commercianti, che sono motore di sviluppo, vanno tutelati in ogni modo, mettendoli nelle condizioni ideali per poter svolgere il loro lavoro. La soluzione, tuttavia, non è quella di intasare ancora di più di macchine il centro storico, ma creare un indotto intorno alle botteghe e ai bar, studiando innanzitutto un piano di viabilità congeniale, per consegnare finalmente alla città un centro storico moderno, al passo con le realtà virtuose del resto d’Italia. E ciò non riguarda solo la via I° Settembre o la zona di piazza Cairoli, dove va studiato un progetto ad hoc, ma anche l’area di Capo Peloro, che deve diventare uno dei principali volani per un turismo sano e sostenibile».

A commentare la proposta di Saitta è anche l’assessore alla Mobilità della Giunta Accorinti Gaetano Cacciola, che rincara la dose: «Chiudere al traffico delle strade in maniera temporanea, saltuaria, senza una strategia, in alcuni giorni della settimana, significa intervenire sul flusso del traffico in maniera pressoché esclusiva a favore delle automobili, ignorando i principi fondamentali della mobilità sostenibile. In base a questi principi bisogna restituire spazi di vivibilità agli esseri umani, limitando l’uso delle auto private, a favore del trasporto pubblico, e di forme di mobilità condivise. Accade, come è noto a chi si occupa di tali tematiche, che le aree pedonali siano inizialmente respinte da alcuni commercianti che, per timore e mancanza di conoscenza, manifestano resistenze a modalità che invece li favoriscono sia nel commercio che nella qualità dell’esistenza. Sono mentalmente condizionati dall’idea esclusiva di un tipo di commercio legato al passaggio delle vetture e alla loro sosta in prossimità del negozio, spesso in doppia fila. Tuttavia, nel tempo ma rapidamente, si modificano le abitudini e le modalità di acquisto e gli stessi commercianti che prima erano contrari sono i primi a difenderle e a sostenerle”, spiega Cacciola, che cita come esempi le vicine Reggio Calabria, Catania, Palermo e Trapani.

«Non si può fare una campagna elettorale parlando di aree pedonali da riaprire in funzione del temporaneo interesse di pochi – continua l’assessore ai Trasporti – Bisogna tener conto sia dell’attuale piano urbano del traffico che prevede la pedonalizzazione del quadrilatero tra la via Consolato del mare, la via Cesare Battisti, la via Della Zecca e la via Cavour ed inoltre seguire la progettazione del nuovo PGTU affidato mediante gara pubblica da questa amministrazione alla società TPS pro di Perugia, e che vedrà la luce tra circa un anno. Non si può parlare comunque di mobilità sostenibile se la strategia sulle aree pedonali è quella della temporaneità che non consente quel cambio culturale e quegli investimenti da parte degli stessi commercianti, a proprio vantaggio, necessari all’accettazione delle aree pedonali da parte dei cittadini. Quando parlo di investimenti non mi riferisco a panchine o ad arredi pubblici – che non sono necessariamente presenti in aree pedonali (vedi esempi in altre città) – quanto a interventi per l’occupazione del suolo pubblico, per estendere i servizi offerti anche in aree all’aperto».

Infine, l’appello finale: «Chi non vuole aree pedonali è meglio che non mi voti. Io sono per una mobilità sostenibile in città: più trasporto pubblico, più aree pedonali, più piste ciclabili, più percorsi pedonali. Una visione ben chiara di vivibilità. Vivere la città “fuori e senza auto” ci fa sentire più europei e più cittadini del mondo e ovviamente della nostra meravigliosa Messina».

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