Il Sindaco di Messina ha formulato alla casa di produzione, una plateale richiesta di ritiro del film Caravaggio, l’anima e il sangue – regia di Jesus G. Lambert (consulente scientifico del film Claudio Strinati) – per non aver citato il soggiorno e le opere messinesi di Michelangelo Merisi da Caravaggio. Per le tesi avanzate nel comunicato ufficiale del primo cittadino, il film è reo di pre-ordinato ostracismo culturale della valenze storiche e artistiche di Messina. Aldilà di un comprensibile e lecito comunicato di puntualizzazione e rammarico, la sonora quanto iperbolica richiesta di ritiro e censura da parte di un Sindaco, di un film per richiesta revisione scientifica-artistica, fa tornare sempre a galla la messinesità (oltraggiata/dileggiata/omessa/dimenticata) che, confusa spesso con l’identità, diventa una bandiera da agitare (da parte di tanti) per riscaldare gli animi peloritani. Così, di corsa e per non perdere la memoria, butto giù un elenco di 5 dimenticanze della messinesità che hanno s-promosso la città in anni vicini e lontani.

 

La mappa di Messina va sempre esposta

 

Nell’ottobre del 2013 il MART di Rovereto, in collaborazione con la Regione Siciliana e la casa editrice Electa, presenta una mostra dedicata ad Antonello da Messina; girando la bella mostra con il progetto espositivo a cura di Ferdinando Bologna e Federico De Melis, si vede una grande mappa di Venezia per raccontare dei passaggi di Antonello dalla città lagunare ma non vi invece nessuna mappa della citta di Messina. Una strano caso di “ostracismo mappale”. Il fatto non segnalato per tempo avrebbe potuto interessare le autorità Peloritane richiedendo il fermo della mostra fino all’ostensione pentita della mappa di Messina.

 

L’architettura nuova è di Messina

 

Nel 1948 e 1957 saranno pubblicate due edizioni dell’Encyclopédie de l’architecture nouvelle Di Alberto Sartoris, libro cult e grande repertorio enciclopedico della modernità in architettura. Sartoris omette tantissimi passaggi ed esperienze dei maestri dell’architettura nella città di Messina. Degli esempi dell’architettura razionalista prima della guerra e di quelli della ricostruzione postbellica non vi è traccia, spariscono dall’elenco  Samonà, Mazzoni, ma anche i passagi dubbiosi e di Ridolfi ascritti ad altre ricerche. Eppure Messina è citta nuova e moderna. Per fortuna due edifici, quello dell’Irrera a Mare e quello del Casa della Luce dentro la cittadella della Fiera vengono citati. Nessuno ha mai richiesto il ritiro del volume per ostracismo culturale accontentandosi della sola (quanto meritata) menzione delle architetture di Vincenzo Pantano, vittime abbandonate e ignorate invece dell’ostracismo culturale degli stessi messinesi.

 

Il piu grande poeta inglese è di Messina

 

La vera e originaria natalità di William Shakespeare, incarnazione e anglicizzazione del peloritano Michelangelo Florio Scrollalanza, per alcuni viene omessa da svariati secoli; la messinesità del più grande poeta di lingua inglese fa allora esprimere con grande energia Consiglio Comunale e Presidente del consiglio comunale di qualche tempo fa, che nel 2011 prende carta e penna e scrive a Sua Maestà Elizabeth Alexandra Mary ”chiedendo il permesso di inserire il Poeta nel novero dei cittadini illustri e chiede inoltre a sua Maestà di favorire gli approfondimenti culturali” necessari a verificare le ipotesi di una possibile nascita di William Shakespeare a Messina nel 1564. 

 

Il Cinema Sonoro fu inventato a Messina

 

Nel 1921, poco dopo la grande guerra, il giovanotto siciliano anzi messinese Giovanni Randazzo, diplomato perito presso il glorioso istituto tecnico Verona-Trento, depositò il brevetto per la “pellicola a impressione contemporanea di immagine e suoni”. Un’ intuizione geniale, dalla quale poi è scaturita l’attuale realizzazione del film sonoro. La sua scoperta, all’epoca, non trovò nessun finanziatore. Così per mancanza di fondi il brevetto scadde e l’idea di Rappazzo fu ripresa e sfruttata dagli americani; nel 1923 a New York l’inventore Lee De Forest presentava in una proiezione pubblica i suoi cortometraggi sonori, sfruttando i brevetti di un altro inventore, Theodore Case; De Forest era riuscito a registrare come impulsi luminosi la colonna sonora sovrapporla alle immagini. Malgrado questo attacco del mercato USA alla creatività/inventività messinese, non si segnalano richieste di ritiro dai circuiti cinematografici, né di Via col vento, Quarto Potere, o di film con la divina Garbo.

Il Viale del film l’avventura di Michelangelo Antonioni è il glorioso Viale San Martino di Messina

 

Quando nel 1960 Antonioni gira L’avventura con Monica Vitti, appare un vialone sgombro un po’ dimesso, pieno di folla maschile e vociante che è attratta e risucchiata da quel che accade nel bar Grotta Orione, localizzato lì in un portale tre le colonne decorate di un edificio. Vialone e folla riempiono lo schermo del cinema. Quel viale è Viale San Martino di Messina; nei dialoghi nessuno cita la città,  non viene apposto nessun segno evidente e didascalico che ricordi Messina. Eppure nel piccolo brano del film viene nominata 4 o 5 volte Palermo ma non la città dove è girata la scena. Solo un probabile indizio ci riporta a Messina: la donna americana oggetto del desiderio dei ruspanti maschietti peloritani dice di essere una scrittrice che scrive in trance in contatto con persone morte.Sono Viola Perkins, una scrittrice in contatto con persone morte, Tolstoj o Shakespeare” (eccolo che ritorna !) .

La non menzione di Messina anche all’epoca fu un atto di ostracismo Culturale della città dello Stretto? Non fu richiesto di ritirare il film.

 

P.S.

Per compensare questa cinquina di mancanze, omissioni, e quasi oltraggi alla messinesità mi son caduti gli occhi sulla quarta di copertina del romanzo “L’allenatore” di John Grisham

“…Eddie Rake è stato il leggendario allenatore degli Spartans, la squadra liceale di Football della città di Messina, tutto stava lì. In viaggio fece voto di tornare più spesso. Non aveva altra casa che Messina. Lì c’erano gli anni migliori della sua vita . Sarebbe tornato a guardare gli Spartans il venerdi sera, a sedere con Paul, Mona e tutti i loro figli…” mi concentro e ora capisco di più: Messina di cui si parla nel romanzo è una cittadina nella profonda provincia Americana.  

(in copertina “Cumpari” di Cinzia Muscolino, 2007)

 

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Pippo
Pippo
26 Febbraio 2018 14:08

Ma che articolo è? Sembra quasi voler dire che dal momento che la città è spesso umiliata dobbiamo continuare a tacere. Un plauso invece alla ribellione del sindaco. Che, attenzione, non chiede il ritiro, ma il ritiro per integrare la tappa messinese.

Ile
Ile
27 Febbraio 2018 0:16

E quindi??cosa vuol dire? Si doveva stare zitti per l’ ennesima volta?

Sergio Todesco
Sergio Todesco
3 Marzo 2018 19:22

Good.