MESSINA. Prima l’ordinanza con cui si introducono severi limiti agli apparecchio per il gioco d’azzardo, poi il ricorso al tar da parte degli esercenti, quindi il riavvicinamento delle posizioni e l’immancabile “tavolo tecnico.

Si tenta la strada dell’accomodamento nel “braccio di ferro” tra il Comune, che a fine settembre ha emanato un’ordinanza con la quale limita a determinate ore della giornata (dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 22 di tutti i giorni, festivi compresi) l’utilizzo degli apparecchi da gioco ed apertura delle sale, e la società B&B, che a metà ottobre ha proposto ricorso per la sospensiva prima, e l’annullamento dopo, dell’ordinanza: la domanda cautelare è stata però respinta dal Tar.

Oggi, il sito Gioconews riporta le parole del presidente dell’associazione di categoria Ascob, Salvatore Barbieri, sull’incontro che si è tenuto presso l’assessorato Ambiente e Nuovi Stili di Vita: “Non posso che apprezzare il segnale di apertura da parte del Comune di Messina rispetto alla possibilità di modificare alcuni punti dell’ordinanza. Come Ascob, l’associazione dei concessionari di sale bingo – continua Barbieri – ci siamo confrontati più volte con gli amministratori, evidenziando il fatto che le attività che operano in regime di concessione statale e le attività che operano con l’articolo 88 del Tulps hanno caratteristiche ben precise e per questo motivo vanno regolamentate in modo diverso. L’amministrazione messinese – conclude – sembra voler recepire le nostre istanze e pare abbia compreso la nostra posizione”.

Nel frattempo, però, l’amministrazione aveva dato mandato al legale Alberto Ciccone di resistere di fronte al Tribunale amministrativo. Tra le misure per combattere il fenomeno del gioco patologico, Daniele Ialacqua, assessore all’Ambiente, aveva ipotizzato forme di premialità, quali l’abbattimento dei canoni di occupazione del suolo pubblico, per gli esercizi commerciali che si fossero privati delle macchinette mangiasoldi.

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