MESSINA. Un altro colpo di scena all’interno del panorama torrido del Partito Democratico messinese: Antonella Russo si dimette da capogruppo del Pd al consiglio comunale. E lo fa affidandosi ad un comunicato.

“Il rispetto del ruolo istituzionale che fino ad oggi ho ricoperto di capogruppo del Partito Democratico mi obbliga a rassegnare le dimissioni da capogruppo in previsione della elezione tra pochi giorni degli organismi provinciali del PD, che detteranno la futura linea politica del Partito”, spiega la consigliera, iniziando in maniera “istituzionale” la sua comunicazione. Che ben presto, però, scende nello specifico del problema.

“E’ una decisione che probabilmente avrei dovuto prendere prima, e che medito da mesi, ma il senso di responsabilità e di rispetto dei militanti di un partito finora senza organi rappresentativi, mi ha indotto in questo lungo periodo di commissariamento a restare al mio posto, pur non potendomi confrontare con un segretario di partito che manca da troppi anni, e che adesso sta finalmente per essere eletto. Ho avuto la tentazione di dimettermi da capogruppo il giorno dopo il voto sulla sfiducia al Sindaco, ma poi, avendo io sola rispettato la direttiva del partito, che era nettamente a favore del voto di sfiducia, ho ritenuto che chi non era stato coerente con la posizione del Pd non ero certamente io ma chi, dentro il gruppo consiliare, contrariamente a quanto pochi giorni prima collegialmente deciso con esponenti della deputazione regionale, aveva votato contro la sfiducia, consentendo di fatto che il sindaco Renato Accorinti restasse al suo posto fino a fine mandato”.

Poi la richiesta di chiarezza: “Per questo ho atteso, ed attenderò fino all’elezione degli Organi statutari provinciali, che il Pd faccia finalmente chiarezza retrospettiva sulla sua posizione nei confronti dell’Amministrazione cittadina, per rispetto non solo degli elettori e dei simpatizzanti, ma della cittadinanza intera, e che elimini sacche di ambiguità che fino ad ora si sono sprecate, in una sorta di “liberi tutti” che ha danneggiato la credibilità stessa del Partito democratico in città. Con amarezza lascio questo incarico, evidenziando che, tranne pochi casi singoli, sono stata sostanzialmente lasciata sola, pur avendo rappresentato l’anomala situazione del PD cittadino anche alla dirigenza nazionale e regionale”.

Non manca, poi, una stoccata ai colleghi di partito, soprattutto Gaetano Gennaro e Claudio Cardile (Pietro Iannello non è mai sembrato troppo interessato alle vicende di partito, e men che meno alla questione MessinaServizi): “Sintomatica della complessiva gestione del partito negli ultimi due anni, la vicenda della gestione rifiuti, ma di riferimenti potrei farne molti altri. Ho letto in questi giorni di comunicati stampa di colleghi di partito decisamente mistificanti, ed ai quali volutamente non ho inteso rispondere, di tentativi di scardinare il mio percorso di coerenza in questi anni in consiglio comunale (ritengo, al riguardo, che per ottenere l’agognato risultato, di tentativi vani se ne debbano fare ancora parecchi…), leggo di riunioni di gruppo, ahimè, volutamente dimenticate, di interventi a salvaguardia di posizioni platealmente pro-Accorinti da parte di chi solo qualche mese fa aveva stigmatizzato pubblicamente il voto contrario alla sfiducia dei propri referenti in consiglio comunale”

Poi la lunga conclusione: “Vorrei tranquillizzare tutti: le mie dimissioni da capogruppo non costituiscono il presupposto per ottenere nessun tipo di incarico all’interno del partito, né ovviamente fuori da esso, né nessun tipo di candidatura; nessun ruolo mi interessa se non solo quello di portare avanti fino alla fine e nel modo migliore il mandato istituzionale che mi hanno affidato i cittadini. Le mie dimissioni sono “solo” l’ennesimo gesto di coerenza, di passione politica, che nonostante tutti ancora in me non si è spenta, di libertà, che ha fatto sì che in questi quattro anni io non mi legassi fideisticamente a questo o a quel deputato di riferimento, per esserne rappresentata e difesa… Continuerò a svolgere il mio mandato di consigliere comunale nel Partito democratico, per onorare la fiducia dei tanti cittadini che mi hanno votato, anche se più volte nei momenti di maggiore avvilimento ho anch’io pensato di dimettermi da consigliere comunale, ma sullo sconforto ha vinto il senso di responsabilità nei confronti di coloro che mi hanno attribuito il loro credito e continuano a farlo. Ora attendo con ansia di vedere nel Pd una svolta repentina rispetto a vecchie dinamiche passate, a vecchi tatticismi che anche in questo periodo di commissariamento si sono registrati e che hanno allontanato tanti cittadini da un partito più litigioso e spaccato che mai. Attendo con ansia questo congresso provinciale, in cui auspico che il Partito democratico voglia finalmente svolgere il suo vero ruolo di raccordo tra i cittadini e le Istituzioni, anche se dubito, per le dinamiche finora viste, che ciò possa davvero accadere. E’ chiaro che se anche a seguito della celebrazione del congresso non si vedrà un netto cambio di passo rispetto al passato, non si percepirà la volontà toccare con mano le problematiche dei cittadini, ma si porranno soltanto le basi per l’istituzione dell’ennesimo centro di potere, autoreferenziale, per il soddisfacimento dei personali interessi di pochi e non per il supremo bene della collettività intera, allora è evidente che anche la mia stessa permanenza nel Partito democratico diventerà davvero problematica”

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