MESSINA. La comunità motoristica messinese piange la scomparsa di Mauro Amendolia, il cinquantatreenne “gentleman driver” che ha perso la vita ieri, poco dopo le 11.30, nel primo passaggio della prova speciale Piano Battaglia della Targa Florio, la gara che amava e che aveva vinto, nella classe super 1600, giusto lo scorso anno, nell’edizione del centenario. In quell’occasione, accanto a lui a dettare le note era stata la moglie Sara Villari.

Una famiglia da corsa, quella di Mauro Amendolia, che la sua passione per le quattro ruote ed i motori potenti l’aveva trasmessa alle due figlie. La prima, Gemma, coinvolta con lui nell’incidente in cui ha perso la vita, che adesso è ricoverata al reparto di terapia intensiva dell’ospedale di Palermo, tenuta in coma farmacologico a causa dei traumi subiti durante l’incidente che le hanno provocato una importante commozione cerebrale. Fortunatamente, le parole di Davide Di Fabrizio, medico di gara della Targa Florio, autorizzano ad un moderato ottimismo. “Sono fiducioso che la ragazza ce la possa fare”, ha spiegato il medico in conferenza stampa.

Anche l’altra figlia, Valentina Amendolia, ha ereditato dai genitori e dalla sorella il morbo della velocità. Lei e Gemma, infatti, hanno disputato alcune gare assieme, come il rally del Tirreno, lo scorso agosto, in cui Gemma guidava e Valentina le leggeva le note, su una macchina, la Mini Cooper, che è la stessa con la quale padre e figlia hanno avuto l’incidente che è stato fatale a Mauro Amendolia.

Mentre gli inquirenti sono al lavoro per stabilire le cause dell’incidente, qualcosa inizia a farsi più chiaro. Secondo le testimonianze, la prova speciale era iniziata in perfetto orario, con lo start della prima vettura ale 10.59, dopo l’ok degli apripista che avevano segnalato il fondo umido. Durante la prova, però, è iniziata una nevicata, che ha spiazzato tutti gli equipaggi, che tutto immaginavano tranne che di trovare la neve in Sicilia a fine aprile. Nessuna delle scuderie (il rally era valido per il campionato italiano) aveva portato gomme da neve.

Mauro Amendolia, al momento dell’incidente, aveva sostituito la figlia alla guida: l’equipaggio, in sede di iscrizione alla gara, era stato infatti registrato cin Gemma Amendolia come pilota e il padre come copilota. Le condizioni impervie hanno suggerito a Mauro Amendolia, che dalla sua aveva trent’anni di gare automobilistiche, di prendere in mano il volante. A circa metà prova speciale, in un rettilineo, la vettura è però uscita violentemente di strada, travolgendo anche un commissario di percorso, Giuseppe Laganà. Per lui e per Mauro Amendolia non c’è stato niente da fare, e i due sono morti sul colpo.

L’incidente è avvenuto alla postazione 30, a dieci km dall’inizio della prova speciale. La Mini Cooper è partita alle 11:28 e alle 11:37 non è passata alla postazione 31. Non vedendo transitare la vettura numero 29, i commissari di percorso hanno interrogato via radio la postazione che era occupata da Laganà. Non ricevendo risposta,le partenze delle vetture sono state interrotte alle 11:49 e subito dopo sono entrate due ambulanze per prestare soccorso. Nel frattempo, gli equipaggi partiti dopo i due, segnalavano la presenza dell’auto a bordo strada. Dalle foto, la vettura non sembrava danneggiata in modo grave. Il finestrino lato pilota era addirittura integro, hanno testimoniato i piloti.

Giunti sul luogo, però, i medici hanno constatato il decesso di pilota e commissario, e le disperate condizioni della ragazza, che nonostante l’incidente era rimasta lucida e cosciente, e all’arrivo dell’ambulanza presentava un trauma al braccio con una ferita che è stata suturata. Ricoverata in un primo momento a Petralia Sottana, è stata successivamente portata in elicottero a Palermo, dove ad esami più approfonditi sono state escluse emorragie cerebrali. Resta comunque in prognosi riservata ed è tenuta precauzionalmente in coma farmacologico.

A destare stupore è stato il fatto che l’incidente sia avvenuto in pieno rettilineo, circostanza molto inusuale. Anche la pidtszione in cui è stato investito il commissario, che sostava a due metri dal ciglio della strada, non era considerata a rischio.

La zona dell’incidente è stata subito chiusa dai Carabinieri della compagnia di Cefalù, e sulla vicenda sta indagando la magistratura di Palermo, che ha aperto un fascicolo e sequestrato la camera car, nella speranza di capire la dinamica del tragico incidente. La gara è stata prima sospesa, e poi definitivamente annullata.

 

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