Il presidente della Regione, Rosario Crocetta, abbandona l’Arev. La decisione del Governatore è stata presa alla luce delle relazioni del Dipartimento degli Affari Extra Regionali e dell’assessore alle Risorse Agricole Antonello Cracolici, che hanno sancito l’inutilità dell’adesione. Saldata la quota di iscrizione del 2016, la Sicilia sarà fuori dall’Assemblea nonostante la regione conti 32 Doc (tra produzioni e Strade del vino) e 460 cantine (fonte Istituto Regionale Vini e Oli di Sicilia, http://www.vitevino.it/file/Mappacantinesiciliane/index.html). Eppure la Sicilia sulla partecipazione all’associazione ci aveva spinto forte, al punto che il 17 gennaio del 2013, esattamente 13 anni fa, era stata approvata da tutti i membri la “Risoluzione di Catania”, in cui l’Arev prendeva posizione su accise, promozione e protezione internazionale delle indicazioni e denominazioni geografiche.
La Sicilia era entrata a far parte dell’Assemblea delle Regioni Europee Viticole nel 1994. A farne parte, per l’Italia, anche Piemonte, Friuli Venezia Giulia, Sudtirol, Trentino e Veneto. Nata nel 1988, e attualmente presieduta da Sergio Chiamparino, l’Arev è un utile strumento per chi decide di sfruttarla, in quanto interviene presso tutte le istituzioni, porta avanti istante su incarico diretto o indiretto della politica vitivinicola europea e mondiale ed è attivamente coinvolta in tutte le tematiche e gli ambiti di intervento concernenti il vino che passano dagli organismi che elaborano le linee guide di cui spesso ci si lamenta a posteriori: Commissione Europea, Parlamento Europeo, Consiglio d’Europa, Assemblea delle Regioni d’Europa (ARE), Organizzazione Internazionale della Vite e del Vino (OIV), Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC), Organizzazione della Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO).
Le aree di intervento dell’Arev riguardano l’Organizzazione Comune di Mercato del Vino (OCM-Vino), la Viticoltura dei Paesi in via di adesione, la Viticoltura in aree difficili, in stretto legame con il Centro di Ricerche, Studi e Valorizzazione per la Viticoltura Montana (CERVIM) Fiscalità e Accise, Protezione delle denominazioni geografiche europee, Armonizzazione delle menzioni sull’etichetta, Viticoltura integrata, Organismi geneticamente modificati, Informatizzazione dei documenti commerciali d’accompagnamento, Wine tourism, Strade europee del vino, Vino e salute, Accademia Internazionale dei Sommeliers.
Il percorso dell’Arev inizia quando, per procedere di concerto all’esame della politica vitivinicola europea e presentare proposte, sia delle autorità regionali che dei rappresentanti delle zone di produzione e a denominazione, nel 1988 venne creata, a Bourg sur Gironde (Aquitania), la Conferenza delle Regioni Europee Viticole (Cerv), per iniziativa dei Presidenti Edgar Faure e Jacques Chaban-Delmas e di Gérard Baloup, Direttore del dipartimento Poteri Locali e Regionali presso il Consiglio d’Europa. Struttura di concertazione e di proposta, questa organizzazione politico-professionale permise di giungere, se non sempre a posizioni comuni, comunque ad una decantazione delle posizioni conflittuali, ad una eliminazione dei malintesi e progressivamente all’elaborazione di un denominatore comune, sempre più sostanziale nel corso delle sessioni. Al fine di migliorare la propria efficacia, la Cerv nel 1994 si è dotata, a Marsala (Sicilia), di un nuovo statuto ed è diventata a tutti gli effetti l’Assemblea delle Regioni Europee Viticole (Arev), depositaria di tutto il patrimonio associativo, organizzativo e morale della ex-Cerv.