MESSINA. L’università di Messina costruirà tre nuovi studentati universitari per un totale di 1800 posti letto, ubicati in zona Policlinico (circa 500 posti su sei piani), in via Catania (250 posti su un palazzo di nove piani) e dietro il liceo Archimede (1080 posti letto su un complesso con fabbricati da 12 piani). Il comune di Messina ha approvato in commissione Pianificazione urbana il primo progetto, e la prossima settimana verranno discussi gli altri due.
Il più grande ad essere portato avanti sarà quindi il progetto della “casa dello studente” dietro il liceo scientifico Archimede, a fianco del complesso sorto poco più di 15 anni fa: ad occuparsene sarà la Zanklon capital srl, che ha proposto al comune di Messina un intervento ammesso a finanziamento per un importo complessivo di 21.563.992,80 euro (37 milione di euro per tutto il programma). Cosa prevede? 750 posti letto per studenti a tariffa media ridotta e 330 posti letto in camera singola “per studenti capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi”, spiega la scheda tecnica di progetto. La tariffa applicabile per studente in camera singola sarà di 637 euro.
La decisione è stata presa dall’università di Messina per il raggiungimento dell’obiettivo finale PNRR in scadenza al 30 giugno 2026, che prevede la creazione di 60.000 nuovi posti letto per studenti universitari in tutta Italia.
A intervenire sulla vicenda è stata Rifondazione Comunista, che sull’argomento ha diffuso una nota contro gli “studentati di lusso a Messina”. “L’assenza di un’offerta adeguata di posti letto pubblici per universitari fuori sede, obbliga migliaia di studenti e studentesse ad affidarsi al mercato immobiliare privato della nostra città, dove il costo di una stanza singola si attesta in media tra i 250€ e i 380€ al mese nelle zone centrali della città e adiacenti alle sedi universitarie. A fronte di circa 10 mila studenti fuori sede ci sono solo 300 posti letto pubblici”.
Dopo il contesto, la contestazione: “Il costo medio di un posto letto si attesta sui 650€ ! Nonostante tale cifra includa alcune spese e servizi, si tratta comunque di un canone spropositato e ben oltre la media di mercato. Siamo approdati sostanzialmente agli studentati di lusso finanziati con risorse pubbliche. Si paventa il concreto rischio di trasformare gli studenti in utenti consumatori costituendo di fatto “gated communities”, per un abitare elitario e introverso in cui gli studenti non vivono pienamente la città. Chi dispone della liquidità per pagarsi una stanza per oltre due volte il suo prezzo di mercato, non ha bisogno di un così ingente investimento di fondi pubblici. Di fatto si prendono i soldi dalle tasche dei contribuenti per versarle in quelle di coloro che non ne hanno bisogno e beneficare il settore privato”.
“Chiediamo al consiglio comunale massima vigilanza e attenzione, perché siamo convinti che il settore pubblico debba recuperare un ruolo programmatorio e investire le proprie risorse per opere che rimangano nella disponibilità dello stesso e non vadano a inserirsi in un mercato dove solo i soggetti più abbienti possono fruire di quelle condizioni che dovrebbero essere garantite a tutti gli interessati. Come partito della Rifondazione Comunista invitiamo Sindacati, Associazioni studentesche e dei consumatori, le altre forze politiche e i cittadini tutti, a vigilare insieme a noi su questa operazione e reclamare che i soldi pubblici vengano impiegati per dare agli studenti fuori sede la possibilità di trovare un alloggio in questa città in strutture che restino di proprietà pubblica, e in cui l’eventuale necessaria selezione per l’accesso avvenga esclusivamente tenendo conto dei parametri del merito e del bisogno”.




