MESSINA. “Con sentenza n. 2011L7 del Tribunale Superiore delle acque pubbliche è stata annullata l’ordinanza n. 23056 del 14-10-2015 a firma del sindaco Accorinti con la quale veniva ordinata all’ingegnere capo dell’ufficio del Genio Civile di Messina l’esecuzione di una serie di azioni negli alvei dei torrenti cittadini. Azioni che, con I’annullamento odierno, vengono sancite di competenza ordinaria dell’amministrazione comunale e dell’assessorato regionale Territorio e Ambiente e non già dell’Ufficio del Genio Civile, organo Regionale afferente ad altro Assessorato Regionale, peraltro sovraordinato rispetto all’amministrazione comunale di Messina”.

Con queste laconiche righe, Leonardo Santoro, ingegnere capo del Genio Civile di Messina, piazza un’altra bandierina nella battaglia che vede fronteggiarsi l’ufficio regionale ed il Comune di Messina. “Lo scrivente auspica che I’Amm.ne Comunale di Messina, interrompa l’attività di ricorsi sistematici contro i provvedimenti di questo ufficio, avviando una stagione di interventi propositivi di messa in sicurezza del territorio, facendosi carico di azioni e funzioni di propria competenza”.

La diatriba inizia nel 2015, quando Accorinti firmava un’ordinanza di manutenzione urgente dei torrenti e delle opere idrauliche, che il sindaco imputava al Genio civile, intimando all’ufficio di via Saffi di provvedere “con urgenza alla progettazione e successiva realizzazione di interventi, con i fondi all’uopo stanziati, di manutenzione ordinaria e straordinaria del demanio idrico fluviale”. Per tutta risposta, Santoro la impugnava davanti all’assessorato regionale e poi inoltrava la “patata bollente” al tribunale delle acqua. Che oggi gli dà ragione.

Nel frattempo, il Comune ha scritto altre due volte alla Regione per sollecitare interventi. Ad aprile la prima volta, al termine della brutta stagione, e a settembre la seconda, quasi in concomitanza con l’esondazione del torrente San Michele.

 

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