MESSINA. È stato uno dei temi caldi di inizio estate, con numerose polemiche, social e no, sulla fruizione dell’area, l’intervento del Comune e il destino di una zona al centro nevralgico della movida estiva e della balneazione. Una parte della città, quella di Torre Faro, e nello specifico l’area del Lanternino, che puntualmente assurge al ruolo di protagonista per tre mesi l’anno, quelli della caciara estiva, per poi finire presto nel dimenticatoio con l’avvento dell’autunno.

La querelle ha inizio a inizio giugno, quando centinaia di bagnanti, come ogni anno, decidono di parcheggiare i loro motorini e le loro autovetture direttamente sull’arenile, a pochi metri dalla battigia. Una giungla di lamiere e metallo interrotta bruscamente dall’intervento del Comune, che su disposizione della Capitaneria di Porto decide di mettere fine al parcheggio abusivo nell’area demaniale marittima a ridosso della spiaggia di Capo Peloro con una soluzione tanto brusca quanto esteticamente discutibile: un masso.

Piazzato all’ingresso del “parcheggio”, per impedire, a chi ha fatto dell’inciviltà un dogma, di continuare a perpetuare le sue abitudini animali. Una ratio estrema, ed altrettanto abusiva, che però non può rappresentare una soluzione a lungo termine, come si augura Paolo Alibrandi, segretario della Pro Loco Capo Peloro, che in un’intervista video racconta le prospettive future di una zona che deve riappropriarsi della sua dignità storica. A partire da un progetto di riqualificazione culturale che affonda le sue radici nel XVII secolo.

 

 

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Peppe
Peppe
31 Agosto 2017 21:33

La riqualificazione dell’area non passa solo attraverso il masso, bello o brutto che sia. Passa dall’area parcheggio “Torri Morandi”, dalla regolamentazione dei parcheggi, dalla presenza costante dei vigili, dei bus a tutti gli orari, anche di notte, dalla pulizia della spiaggia. Chi non vuole vedere i risultati o attribuirli all’amministrazione è libero, ma, rispetto al passato, c’è un abisso.