MESSINA. Parte domani, venerdì 22 settembre, “Fuori Programma”, iniziativa del teatro in strada realizzata dall’assessorato alla Cultura e da “Antonello – assessore collettivo alle culture”. L’inizio degli spettacoli sarà, alle 21, in piazza Immacolata, con “Famosicchio” di e con Lelio Naccari. Venerdì 29, alle 21, alla Passeggiata a mare, “Monologhi abusivi” di Paride Acacia e Sarah Lanza. Venerdì 6 ottobre, sempre alle 21, al belvedere di Cristo Re, “Sinistri in soffitta, sinistri sinistri” di e con Michele Falica.

«La riappropriazione di spazi, pubblici e privati, – dichiara l’assessore alla Cultura, Federico Alagna, – è uno dei capisaldi della nostra azione di Governo. Tra questi spazi assumono per noi una grande importanza le strade, le piazze e tutti quei luoghi della nostra città che attraversiamo quotidianamente, ma senza viverli. L’ordinanza per l’esercizio dell’arte di strada è nata proprio da queste riflessioni. ‘Fuori Programma’ è un modo per promuovere questo strumento, sensibilizzare il tessuto culturale della nostra città ad utilizzarla e la cittadinanza tutta a fruire di queste forme artistiche e a valorizzarle. Non si tratterà, in questo caso, di ‘arte di strada’ in senso stretto, bensì, come appare chiaro dal titolo stesso che abbiamo scelto, di ‘arte in strada’, con attori che si metteranno in gioco e usciranno dai luoghi tradizionali del teatro, al fine appunto di sensibilizzare la collettività in merito alle infinite opportunità offerte dai tanti palcoscenici naturali della nostra città. Il tutto grazie alla disponibilità degli attori coinvolti ed al lavoro di ‘Antonello – Assessore collettivo alle culture’, a cui rivolgo il mio sincero ringraziamento». «È bello poter partire dalle carte, in questo caso dall’ordinanza per l’esercizio dell’arte in strada, – aggiunge Alessandra Mammoliti, esperta per la promozione delle attività teatrali e la condivisione di spazi culturali, – ed arrivare a concretizzare le parole. Se le parole poi diventano teatro, secondo me, siamo sulla strada giusta. È importante che l’arte arrivi nei luoghi che raccontano la nostra città, perché è dal territorio che si crea la collettività e anche quello stupore, che solo l’arte riesce a regalare, di vedere Messina da un altro punto di vista ed apprezzarla maggiormente. E’ altresì fondamentale riuscire a coinvolgere i teatranti e farli sentire parte di una città che li accoglie e avverte l’esigenza di essere stimolata culturalmente. Abbiamo scelto il teatro come linguaggio artistico, perché è la forma d’arte che non era stata considerata come arte di strada e anche noi volevamo metterci alla prova. Il teatro è azione, è spazio, è riflesso ed è vero come la strada».

 

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