MESSINA. Termina oggi con la presentazione ufficiale del nuovo consiglio d’amministrazione, dopo sei mesi, il commissariamento del teatro Vittorio Emanuele. Sei mesi di polemiche, incertezze e “fuoco incrociato” che hanno creato un clima insostenibile attorno al teatro, e gettato nubi sulla sua gestione.

Figura centrale, in questi sei mesi, è stata quella di Salvatore Iervolino, funzionario dell’Assessorato Regionale al Turismo e alla Cultura, che arriva al Vittorio da presidente del collegio dei revisori dei conti (insieme a Fabio Turano e Lorenzo Granata) nel marzo del 2016. Da quel momento iniziano gli screzi con all’amministrazione del teatro guidata da Maurizio Puglisi, presidente, e da Antonino Saya, sovrintendente, con tanto di viaggi in Procura per portare quasi tutti gli atti di delibera emessi. Poi inizia il fuggi fuggi: Fabio Turano si dimette il 5 luglio 2016 e il suo posto non viene reintegrato. Lo stesso Iervolino si dimette il 28 dicembre 2016, per assumere le funzioni di commissario, a causa delle dimissioni dal consiglio d’amministrazione del vicepresidente Daniele Macris e del consigliere Giovanni Giacoppo di inizio dicembre.

Il suo posto nel collegio dei revisori non viene reintegrato, lasciando il collegio formato solo da Fabio Granata, che continua a emettere verbali sino all’insediamento del nuovo collegio che avviene solo il 6 giugno 2017. Nel frattempo, il 28 aprile, si dimette Puglisi, e quattro giorni dopo il sindaco Renato Accorinti nomina Luciano Fiorino alla presidenza. 

A sganciare un paio di bombe contro la gestione Iervolino è propro Puglisi, nella sua relazione al nuovo collegio dei revisori, datata 6 giugno, che per iniziare contesta proprio l’attività del precedente collegio, “viziata da nullità per il venir meno a partire dal Luglio 2016 del requisito essenziale della collegialità, essendosi dimesso in tale data il componente Fabio Turano che non è mai stato sostituito”. Poi l’affondo.

“Vorrei fosse oggetto d’attenzione da parte vostra tutta l’attività e le delibere approntate dal Commissario Straordinario in totale assenza dell’organo di controllo”, scrive Puglisi. Quali sono questi atti? “Revoca e risoluzione unilaterale dei contratti di direzione artistica sia della prosa che della musica” (per ragioni di contenimento della spesa, aveva motivato Iervolino, ndr), indica subito Puglisi, facendo notare in precedenza che “i compiti di un Commissario Straordinario, vista l’eccezionalità e la brevità del medesimo incarico, si caratterizza per i compiti precipui che vengono assegnati nel decreto di nomina e nell’ordinaria amministrazione dell’Ente che si sta amministrando. L’attività del Commissario Iervolino si è caratterizzata immediatamente per atti di straordinaria Amministrazione non contenuti nel decreto di nomina“.

Il secondo degli strali che Puglisi segnala ai revisori è il conferimento di incarichi legali e professionali. “Nella sua attività “ispettiva” come presidente del collegio Iervolino, nel verbale n. 38 dell’11.11.2016, bacchettava il sottoscritto per aver conferito una serie di incarichi legali senza alcuna procedura comparativa – scrive Puglisi – Orbene all’atto del suo insediamento, senza giustificazione alcuna, il commissario Iervolino, revoca gli incarichi legali affidati ai professionisti che da anni seguivano le controversie dell’Ente soprattutto in materia di lavoro, per affidare dei nuovi incarichi a professionisti per il 90% non del foro di Messina, senza seguire alcuna procedura comparativa ma con totale e assoluta discrezionalità”, riporta Puglisi.

Un nutrito capitolo delle lamentazioni dell’ex presidente riguarda gli incarichi di consulenza, con una circostanziata descrizioni degli eventi, ma soprattutto la “presunta prorogatio di 45 giorni auto conferitasi dal Commissario Straordinario all’atto della sua scadenza prevista per il 10 aprile 2017“, scrive Puglisi. “Dopo tale data, infatti, il Commissario Straordinario ha continuato ad operare sulla base di una presunta prorogatio di 45 giorni concessa per gli organi di amministrazione. Mentre tale circostanza è pacifica per quanto riguarda gli organi ordinari, lo stesso non può dirsi per i commissari straordinari. Valga per tutti il parere emesso dall’ufficio legislativo e legale della Regione Siciliana n. 299 del 1999 avente ad oggetto “Proroga delle funzioni di commissario straordinario dopo la scadenza”. Non mi sembra che si siano verificate nessuna delle circostanze previste da tale parere in ordine ai termini e alle modalità che giustificano la proroga delle funzioni di Commissario Straordinario, motivo per cui si può legittimamente ritenere che tutti gli atti compiuti dopo il 10 aprile dal Commissario Straordinario sono totalmente viziati da nullità per difetto di legittimazione.

Tutti nodi al pettine che saranno affrontati, se lo saranno, dopo la nomina del nuovo consiglio d’amministrazione, composto oltre che da Luciano Fiorino, da Mariangela Pizzo ma anche dallo stesso Salvatore Jervolino. E all’ente Teatro si attende un’estate particolarmente calda.

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