TAORMINA. Si terrà dai prossimi 15 al 19 giugno la tredicesima edizione del Taobuk, il festival del libro di Taormina, quest’anno dedicato al tema della “Libertà”. «Per cinque giorni e cinque notti- si legge su un post Facebook sulla pagina dell’evento- Taormina ospiterà 200 appuntamenti con scrittori, intellettuali, filosofi e artisti provenienti da tutto il mondo. Un’agorà del pensiero che indagherà le dinamiche del presente e le prospettive sul futuro e vedrà premiati con i Taobuk Award, nello straordinario scenario del Teatro Antico di Taormina, il Premio Nobel 2022 Annie Ernaux, l’iraniana Azar Nafisi, la statunitense Joyce Carol Oates, il saggista e divulgatore scientifico nordamericano David Quammen. Il Festival omaggerà inoltre due grandi scrittori del XX secolo, Italo Calvino e Wislawa Szymborska, nel centenario della loro nascita. La loro opera sarà di ispirazione per tutti coloro che vorranno partecipare alla riflessione sul significato della libertà nella società moderna»

«Taobuk – si legge nell’editoriale di Antonella Ferrara, presidente e direttore artistico dell’evento- esplorerà l’immensa ed inebriante potenza creativa, la forza di aggregazione, la dignità e le opportunità che la libertà e le libertà conferiscono all’uomo libero, nel garantirgli l’inviolabilità del proprio corpo, del proprio domicilio, della privacy. Tra le ragioni che hanno portato a scegliere il concept dell’edizione 2023 c’è proprio l’urgenza, dettata dal momento storico in cui viviamo, di aprire un dialogo a più voci sul processo storico di una fondamentale conquista della civiltà, ossia il ribaltamento della libertà da prerogativa di pochi a status non privilegiato, ma riconosciuto a ognuno fin dalla nascita sulla base dell’uguaglianza e fratellanza degli uomini. Una visione inedita fino all’Illuminismo, da cui ha trovato origine, tutt’ora in fieri: la condizione di uomini liberi è perciò tutt’altro che scontata e di scottante attualità. Minoritaria è di fatto la quota di umanità a cui è garantito il godimento dei diritti fondamentali. Non è passato, remoto o prossimo: è oggi, come dimostrano le tragiche vicende delle donne iraniane. Il festival continua così  a coniugare le Belle Lettere alle altre arti come all’approfondimento economico, politico e altresì scientifico, in un approccio globale al sapere e ai saperi. L’atto letterario in sé è un atto di libertà, che si esplica nella scelta fra un ventaglio di possibilità creative infinite nell’affermare se stessi, i propri valori e codici: e tale rimane pur quando interviene la censura dell’espressione e il bando dell’autore. In ultima analisi, quella della letteratura è una storia di libertà non allineate e controcorrente»

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