MESSINA. “Memorie”, “persone”, “resistenza” e “storie”, sono le parole chiave dello spettacolo di Max Collini, intitolato “Storie di antifascismo senza retorica”, che a partire da oggi, mercoledì 21 febbraio 2024, toccherà le principali città della Trinacria per un mini tour interamente siciliano. Già tutto esaurito per la prima a Palermo, allo Spazio Franco, mentre, domani sera, giovedì 22 febbraio 2024, sarà la volta del Retronouveau di Messina, proseguendo, poi, al Mug di Ragusa ed al Sonica di Siracusa. Max Collini, classe ’67, artista ed intellettuale a tutto tondo, è stato autore e voce narrante dei testi degli Offlaga Disco Pax, per circa undici anni, e, successivamente, di Spartiti. Dopo varie collaborazioni, come quella con Lo Stato Sociale, e quella con Massimo Zamboni ed i CCCP, arriva per l’artista emiliano il tour di “Hai paura dell’indie?”, con cui rivisita la nuova scena della musica italiana, leggendo, interpretando, ed argomentando, i testi delle canzoni dei principali esponenti del movimento indie italiano, arrivano, anche, le partecipazioni a Propaganda Live, con monologhi sarcastici ed irriverenti, e lo spettacolo “Come è potuto accadere?” elaborato con Pippo Civati. Adesso, Max Collini, torna con un nuovo spettacolo teatrale, dal retrogusto dolce amaro, più attuale che mai, da cui è stato tratto l’omonimo libro, pubblicato recentemente per People, che verrà presentato dall’ artista a Catania, nel pomeriggio del 24 febbraio 2024, alle ore 18.30, presso la Libreria Pramopolini, e che sarà reperibile durante tutte le tappe del tour. “Storie di antifascismo senza retorica” è uno spettacolo autentico e diretto, incentrato su di un tema, come quello del fascismo e dell’antifascismo, che non ha mai smesso di pervadere il dibattitto pubblico e che ora, più che mai, in questo ben preciso momento storico, calza a pennello. Lo spaccato narrato è incentrato su aneddoti, ed episodi di vita, di persone normalissime travolte dal corso della Storia, e della semplicità con cui sono state capaci di dire o di fare delle cose che si sono rivelate involontariamente straordinarie, nonostante siano state costrette a fare i conti, relazionarsi ed affrontare la ferocia, la brutalità, la violenza e l’arroganza del regime fascista. Storie semplici ed intime, che sbucano fuori sia dal passato che dalla contemporaneità. Racconti di grande umanità, senza retorica, senza eroi e senza ufficialità. Tra i testi sono presenti le opere dell’ex ODP e di Arturo Bertoldi, Presidente dell’Istituto Storico della Resistenza di Reggio Emilia e coautore dello spettacolo, ma anche di Marco Philopat, Rossana Rossanda, Andrea Pennacchi, e tanti altri ancora. Racconti e testimonianze di partigiani, militanti e ragazzi qualsiasi alle prese con la propria formazione ideologica. Le vicende narrate, inoltre, si susseguono in ordine cronologico, dal fascismo vero e proprio, quello delle camicie nere, alle trame dell’infinito dopoguerra, fino ai giorni nostri, in cui sembra quasi passare in secondo piano che estimatori di quel preciso periodo storico riescano ad occupare posti di potere. Il tutto raccontato dall’ artista emiliano, con il suo stile inconfondibile, utilizzando un linguaggio accessibile e dei toni assolutamente colloquiali. Così, dopo anni dalla sua ultima esibizione nella città dello Stretto, avvenuta nel gennaio 2013 con gli Offlaga Disco Pax, Max Collini torna sul palco del live club di via Croce Rossa con uno spettacolo che oltre a raccontare, dal punto di vista del popolo, una delle pagine più buie e disumane della storia del nostro Paese, farà riflettere su quanto ancora ramificate, camuffate e pericolose siano le varie sfaccettature di quel determinato regime, e di come si può e si deve continuare a parlare di fascismo e antifascismo, nonostante oggi giorno, ci muoviamo in una realtà in cui, in teoria, dovremmo essere liberi di esprimere quelli che sono i nostri pensieri, le nostre idee, ed i nostri sentimenti. Apertura porte ore 20.30, per tutti coloro che vogliono provare le prelibatezze del menù della casa, tra aperitivi, cocktail e birre artigianali, ed inizio spettacolo previsto per le ore 22.30. (Prevendite disponibili online su Dice, o direttamente al botteghino del locale fino ad esaurimento capienza.)

 

Più di dieci anni fa suonavi in Sicilia con gli Offlaga Disco Pax, adesso ritorni con il tuo nuovo spettacolo teatrale: cosa c’è da aspettarsi?

Avrei già voluto portare “Hai paura dell’indie?” in Sicilia, ma poi il covid ce l’ha impedito. Adesso ho un nuovo progetto, si intitola “Storie di antifascismo senza retorica”, quindi qualcosa di abbastanza diverso e di impegnato, ma l’idea è sempre quella di portare questi argomenti un po’ con il mio stile. Non sono uno di quelli che racconta le battaglie dei partigiani, ma magari ne racconto le conseguenze che hanno vissuto persone normali, normalissime. Sono piccole storie individuali, in un’epoca molto difficile. Ma poi declino l’argomento anche in termini contemporanei: sono racconti che spaziano dalla guerra di Liberazione, ’43-‘45, fino quasi ai giorni nostri, e sono sempre racconti con un punto di vista che non mira all’ eroismo o alle storie dei capi militari, o capi partigiani, ma mira a raccontare episodi anche intimi, personali, coinvolgenti dal punto di vista emotivo. Non cerco di raccontare l’antifascismo in termini storici, questo è un compito che hanno gli altri, ma in termini valoriali e personali, senza aver bisogno di urlare niente, come ha scritto qualcuno. Basta semplicemente raccontare e credo che chiunque, ascoltando determinati racconti, non possa far altro che empatizzare con i protagonisti stessi. A volte, inoltre, emergerà anche un tratto ironico, com’ è nel mio stile, e cercherò di porgere cose, anche drammatiche, con la leggerezza che cerca ogni tanto di contraddistinguermi.

Come collochi la Sicilia in tutto questo?

E’ una terra molto diversa dall’ Emilia-Romagna da dove provengo, ed anche la storia dell’antifascismo in Sicilia è una storia diversa rispetto a quella del nord Italia. Non c’ è stata l’occupazione nazista sostanzialmente, sono arrivati gli Americani molto presto, quindi anche la guerra di Liberazione è stata vissuta diversamente, però credo che alcuni valori, legati sostanzialmente all’ Italia Repubblicana e alla Costituzione, siano molto radicati anche in Sicilia, che è un pezzo molto importante di questa Nazione. Vengo in Sicilia molto di rado, perché è un po’ fuori dai circuiti underground ed indipendenti italiani, e quando mi capita lo faccio stravolentieri. Ci sono posti magnifici. Con gli Offlaga ho avuto occasione di suonare a Palermo, e poi di suonare a Messina, poco più di dieci anni fa, proprio sul palco dove mi esibirò giovedì, dove torno stravolentieri, e sarà bello rivedere i ragazzi del Retronouveau: sono ancora loro, inarrestabili e straordinari, in quello che credo sia senza dubbio un presidio sociale e culturale importantissimo.

Storie di fascismo senza retorica” è diventato un libro.

Dopo un anno dalla nascita dello spettacolo, ne è stato pubblicato, per People, da pochissimo, il libro, che da qualche giorno è già disponibile in libreria. Ho tratto, per l’appunto, da questo spettacolo, scritto insieme ad Arturo Bertoldi, un libro ampliandone i contenuti ed i testi che porto già sul palco, e porgendone dei nuovi. Nel tour in Sicilia farò quattro spettacoli, in cui porterò sempre con me una scorta di libri per chi vorrà e sarò su Palermo, Messina, Comiso, e Siracusa, mentre farò una sola presentazione del libro a Catania. Sarà un bel tour, e sono molto contento, ed anche un po’ emozionato, dato che non mi capitava di affrontare un tour così ben strutturato così tanto lontano da casa.

Qual è la tua opinione in merito al progetto del Ponte sullo Stretto?

Ci sono due osservazioni che io faccio da cittadino italiano che guarda alla spesa pubblica: una gigantesca infrastruttura che collega due regioni non infrastrutturate mi sembra una cosa poco intelligente, perché forse avrai un bellissimo ponte ma poi continuerai ad andare piano sulle autostrade che non ci sono e sulle strade scassate, sia in Sicilia che in Calabria. Mi sembra un’opera faraonica, gigantesca, dedicata all’ ego di qualcuno. L’ altra cosa che farei sommessamente notare, e spero che qualcuno se ne renda conto, è che solo cento anni fa a Messina c’è stato il terremoto più gigantesco che ha colpito l’Europa negli ultimi secoli. Rischio idrogeologico, rischio sismico e l’investimento gigantesco rispetto a due regioni non infrastrutturate mi fa pensare che forse era meglio lavorare, sia da un lato che dall’ altro, su delle ferrovie più moderne, delle autostrade più moderne e dei collegamenti interni funzionanti. Riassumendo a me sembra una grandissima propaganda politica, ma poi non so se effettivamente si concretizzerà.

Nella vita di tutti i giorni continuiamo ad assistere, se così vogliamo definirle, a varie sfumature, in chiave assolutamente moderna e rielaborata, di fascismo ed antifascismo. A chi è diretto il tuo spettacolo? Pensi che anche i giovani ed i giovanissimi possano usufruirne?

Mi piacerebbe, ma credo di dover un po’ limitare le mie ambizioni. E’ uno spettacolo in cui uso un linguaggio comprensibile per un diciottenne così come per un settantenne, e credo che le storie che racconto possono parlare a persone di tutte le età. Le storie che racconto sono intergenerazionali, ma soprattutto parlo di certi argomenti utilizzando un linguaggio diverso, non istituzionale ma normale, non da manuale di storia per intenderci. Come obiettivo mi ero, esattamente, proposto quello di raccontare queste cose con un linguaggio per l’appunto diverso da quello a cui siamo abituati. Poi c’ è un problema, di cui sono assolutamente consapevole, ovvero che per un ragazzino di oggi, che fa il liceo, la storia della Resistenza, la storia della Liberazione dal fascismo è una storia che a lui sembra come quella del Risorgimento sembrava a me quando ci andavo io a scuola. Le sente come qualcosa di completamente lontano dall’ aver acquisito un regime democratico, da aver acquisito un sacco di cose che per lui sono abituali e che nessuno gli ha raccontato come sono state conquistate. La libertà è ritenuta un bene disponibile e non ci rendiamo conto quanto invece questo bene possa essere assottigliato, perché la libertà non è soltanto quella di poter dire quello che ti pare ma è anche quella di poter avere delle opportunità. E le cose possono cambiare sotto questo punto di vista e lo vediamo in giro per il mondo, e non è detto che non accada anche in Europa questo non stia avvenendo, per cui io pongo degli strumenti, una riflessione critica e meno retorica possibile. Dopo di ciò pretendere che io possa parlare a delle nuove generazioni, non lo so: ai miei spettacoli non vedo molti ragazzini di vent’anni, però ecco credo che il libro posso porre questo tipo di argomento in un altro modo, risultando più coinvolgente, in termini di valori e di storie personali, rispetto ad un manuale di storia che suscita quel “ma cosa ci fanno studiare il fascismo, cent’ anni fa, a me interessa la contemporaneità”. Ormai non c’è più la trasmissione orale dei nostri nonni o dei nostri padri, queste nuove generazioni, per lo più, non ce li hanno più a portata di mano quelli che quel periodo l’hanno vissuto, ed è normale che, di conseguenza, questi argomenti siano ritenuti, dai ragazzini, argomenti storici passati e non attuali. Però lo sappiamo tutti: ciò che non conosciamo siamo destinati a riviverlo.

 

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