MESSINA – Non si trattò di tentato omicidio ma di lesioni. Il Tribunale del riesame derubrica nuovamente il reato contestato ai due ragazzi che spararono al M’ama la notte del 22 luglio, colpendo in tre punti una donna di 34 anni, Tania Cariddi. Spararono cinque colpi di cui ben tre colpirono Tania, uno al fianco, gli altri due ad entrambe le gambe.

Lo fecero non per dolo intenzionale ma per dolo eventuale, che vuol dire che  il risultato della condotta non è voluto in via diretta come conseguenza della propria azione od omissione ma viene previsto come una delle  sue possibili conseguenze

Questo hanno ritenuto i giudici del Riesame, collegio presieduto da Katia Mangano, confermando l’arresto dei due giovani. 

Alessandro Cutè, 22 anni, e Gianfranco Aloisi, 24 anni, restano in carcere, dunque, e il quadro indiziario a loro carico si arricchisce di un nuovo testimone. 

Un ragazzo, a loro conosciuto fin da quando erano ragazzini,

 che avrebbe assistito al momento di tensione col buttafuori del locale. 

All’ingresso del M’ama, il dipendente alla sicurezza del locale avrebbe impedito l’ingresso ai due, rivolgendosi al Cutè “in modo poco rispettoso”, così riportano i giudici. L’addetto al locale avrebbe dato del “muccuso” (bambino) al Cutè impedendogli l’accesso, e l’avrebbe fatto di fronte a un gruppo di persone, con cui si trovava il testimone in attesa di entrare, tutte a lui note e di Mangialupi.

In sostanza i due avrebbero poi agito per ripristinare la loro immagine di fronte al quartiere. 

I tabulati telefonici danno conferma dei loro movimenti di quella notte: presero la smart intorno a mezzanotte per andare via da Grotte e ritornarci intorno alle 2 del mattino. Quando con cinque colpi di pistola sparati in direzione dell’ingresso e ad altezza uomo hanno messo in atto il loro atto di ritorsione nei confronti del selezionatore all’ingresso. 

Risponderanno adesso di lesioni e non di tentato omicidio. Stesso reato ipotizzato al momento dell’arresto la procura, mentre il gip aveva definito il reato oggi derubricato dal Riesame. 

sparatoria-al-m'ama

Gianfranco Aloisi nella foto sopra, Alessandro Cutè in quella sotto

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Alessandro Cutè

 

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