MESSINA. “Un piccolo gesto d’amore verso una città che ho lasciato, ma che non ha mai lasciato me”. Souviens-toi de ME, libro d’esordio di Marco Cardia, classe 1983, è il malinconico resoconto di un distacco forzato che accomuna migliaia di fuorisede e al contempo un “regalo” alle sue due bambine, affinché tengano vivo il legame con la propria terra natale e con il suo mare, co-protagonista silenzioso del romanzo autobiografico.
“Sono nato e cresciuto a Messina, città che ho amato visceralmente e che ho dovuto lasciare per motivi lavorativi solo in età adulta, a 37 anni”, spiega l’autore, che da circa 5 anni vive e lavora in Francia, a migliaia di chilometri dalla Madonnina e dal Pilone.
Fra orgoglio, appartenenza e speranza, il libro – una sorta di diario – descrive con una scrittura semplice ma profonda le conseguenze di un distacco tardo, “e per questo ancor più difficile da elaborare”.
Data nevralgica, e spartiacque narrativo, è il 20 ottobre del 2020, il doloroso giorno della partenza, con gli abbracci ai familiari, le valigie stracolme e lo Stretto visto dal traghetto, con quel magone nel petto che accomuna ogni anno migliaia di ragazzi e ragazze. “Mi dispiace”.
Protagonista della prima parte del racconto è la Messina degli anni ‘90, dai ricordi d’infanzia agli anni dell’adolescenza (ancora pre-tecnologica). Ed ecco quindi i sabato pomeriggio a Piazza Cairoli, gli Endas, lo Zio Angelo, i locali che non ci sono più. E poi la Fiera, la Vara, il falò di Ferragosto, la passione per il baseball, fino alla maturità e all’età adulta, con il mare sullo sfondo a fare da costante.
Dopo la partenza, con tutto ciò che comporta “quando le radici sono troppo forti per essere sradicate senza dolore”, è il momento del primo ritorno in Sicilia, a Natale, con già in mente la (lunga) lista di cose da mangiare e di cose da fare. “Mi chiamo Marco e non vivo più a Messina. Mi chiamo Marco e vivo ancora a Messina”, scrive l’autore, che racconta i 40 anni festeggiati lontano da casa, la nostalgia, le differenze culturali, le condizioni di lavoro e l’attesa per ogni ritorno e ripartenza, mentre la città cambia, in meglio o in peggio, e la distanza aiuta a razionalizzare le cose, a fare i conti con sé stessi e con una terra che forse non riesce ancora a rendersi conto delle proprie potenzialità.
“Il mio obiettivo è duplice: – spiega Marco – non spezzare il filo sottile fra le nuove generazioni e le loro radici, e allo stesso tempo offrire uno spunto di riflessione a chi come me si trova o si troverà costretto a scegliere se restare o andare”.
Il libro, pubblicato ad Aprile 2025, è edito da “La Feluca edizioni”.