MESSINA. Si dimette il direttivo di Uil Giovani Messina, composto da Alfredo Mangano, Andrea Giannino, Fabrizio Manfredi, Emanuele Morabito, Tonino Salvo, Grazia Micalizzi, Miriam Farhane, Matteo Trifiró, Giulia Giglia e Fatima Ezzahra Ban El Haq, dimissionato ieri e svincolato da qualsiasi struttura e attività facente capo alla Camera Uil Messina.
La decisione – si legge in una nota – è stata adottata all’unanimità dei membri del sindacato, formato il 30 novembre del 2017, durante un’assemblea straordinaria convocata lo scorso giovedì 29 per discutere di una serie di eventi “incresciosi e inaccettabili” intercorsi tra il gruppo e il segretario generale della Uil di Messina.
A determinare la decisione, una serie di episodi che, secondo i dimissionari, “si sono dimostrati di ostacolo alla democrazia interna del gruppo”.
Il fatto più eclatante, spiegano i componenti del direttivo, è consistito nella richiesta di far esporre, durante il venturo congresso provinciale, una relazione sulle attività svolte ad un membro designato dalla segreteria e non scelto dal gruppo stesso. Alla base di tale richiesta ci sarebbe la necessità di far sì che un “volto appartenente a una minoranza religiosa sia un forte messaggio per l’odierna Politica e grande dimostrazione di integrazione”.
“Pur condividendo le lotte, gli obiettivi e cogliendo i motivi di questa richiesta – si legge in un comunicato – questa imposizione ci è sembrata sia una minaccia alla struttura interna del gruppo, che ha sempre scelto in maniera autonoma i suoi rappresentanti, sia un pessimo esempio di strumentalizzazione: abbiamo sempre ritenuto un principio fondamentale del nostro modo di agire l’anteporre I fatti agli slogan e mai avremmo pensato di essere utilizzati come uno strumento di propaganda”.
“Vogliamo dimostrare l’integrazione con i fatti e non con le apparizioni pubbliche”, è l’appello emerso dal gruppo nel corso dell’assemblea di venerdì 23 marzo; un appello “che è stato pronunciato dalle stesse ragazze che hanno comunicato anche che la richiesta era stata posta loro in privato qualche giorno addietro, quasi non fosse necessario neanche discutere della richiesta”.
In seguito, specificano i membri del sindacato giovanile, nato con l’obiettivo di divenire un punto di riferimento della popolazione Under 30, si è proceduto quindi a esporre quanto deciso di comune accordo. “Il nostro rifiuto, però, è stato visto come un’azione sovversiva e una mancanza di rispetto, e siamo stati costretti a prendere una decisione. Ci è stato detto che ‘chi non rispetta le regole farebbe meglio ad andarsene’ e noi, pur avendo sempre rispetto delle regole, questa volta abbiamo deciso di disobbedire a delle regole che ci sono sembrate forse troppo legate a un clima di apparenza pubblica”.
“Per tali ragioni – conclude la nota – abbiamo deciso di abbandonare il nostro percorso sotto il nome di Uil e di continuare, in maniera autonoma, a portare avanti il nostro percorso di proposte volte a migliorare la città. Abbiamo sempre agito con il solo beneficio della soddisfazione e continueremo a farlo portando con noi i valori sindacali in cui crediamo. Desideriamo ringraziare caldamente quanti, all’interno di Uil, ci hanno accolto e guidato durante questi mesi e quanti, ancora, hanno provato a mediare per risanare la frattura. Teniamo stretto il ricordo di questi mesi e ci auguriamo di poter scendere nuovamente in campo per battaglie comuni”.