MESSINA. Il mese di giugno ha consolidato e intensificato la siccità a medio termine in Sicilia. A confermarlo il SIAS – Servizio Informativo Agrometeorologico Siciliano. L’inizio dell’estate meteorologica, secondo il centro, portava con sè basse aspettative di superamento della siccità, in base a quella che è la norma climatica delle precipitazioni di giugno, luglio e agosto, mesi in prevalenza asciutti. Il giugno 2024 non ha smentito queste attese, senza quindi che si siano manifestate variazioni significative nel quadro di siccità rispetto al mese precedente. Nell’analisi degli indici si consolida soprattutto il carattere di siccità a medio termine, su cui continua a pesare il pesante deficit pluviometrico dell’autunno, mentre la siccità a breve termine appare essersi ridotta, anche se l’esperienza in campo dice che sulle colture non irrigue le piogge primaverili hanno avuto un ben scarso effetto positivo su un quadro compromesso dal deficit precedente.
La situazione, quindi, è piuttosto allarmante: negli ultimi 3 mesi è stata registrata un’ulteriore attenuazione della siccità a breve termine, praticamente assente da territorio (SPI3 superiore a -1), per effetto dell’uscita dalla finestra di osservazione del mese di marzo, che era stato pesantemente deficitario; alcune aree, sia sul settore ionico, sia nelle aree centrali, mostrano addirittura un surplus rispetto alla norma, anche se di scarso significato pratico; stessa situazione si presenta sui 6 mesi, che subiscono un netto miglioramento su tutto il territorio regionale, per effetto dell’uscita dalla finestra di osservazione dell’asciutto mese di dicembre; restano in stato di siccità moderata (SPI compreso tra -1 e -1,5) solo aree tra le province di Enna e Palermo oltre al versante meridionale dell’Etna. Ma è sui 12 mesi che viene resa nota in modo evidente la dimiuzione dei valori per effetto dell’uscita dalla finestra di osservazione del piovoso mese di giugno 2023; questo indice rappresenta al meglio la situazione critica che stanno vivendo sia le colture agricole che i sistemi irrigui; risultano solo piccole aree classificate in assenza di siccità, ubicate nella parte centrale costiera della provincia di Agrigento e sulla parte sommitale dell’Etna; ormai la parte del territorio interessata da siccità moderata è ampiamente superata dalle aree in stato di siccità severa (SPI compreso tra -1,5 e -2) ed estrema (SPI inferiore a -2), che toccano ormai almeno in parte tutte le province.
Sì ma a fronte di tutto ciò e del fatto che entro il 2030 diventeremo deserto per metà isola, qualcuno sta pensando alle strategie da attuare? E si sta pensando seriamente di rendere edotte le popolazioni interessate? Io vedo menefreghismo totale ovunque e dovunque e a tutti i livelli, non è così che si può affrontare un cambiamento epocale, altro che Ponte.