MESSINA. Per l’Atm, azienda trasporti messinese, nonostante la proclamazione della sciopero generale di 24 ore del trasporto pubblico locale previsto per domani, martedi 22 settembre 2025, l’azienda e i lavoratori dovranno garantire il servizio. Lo spiega una nota diffusa ieri.
“Si rappresenta che CUB Trasporti, ADL Varese e SGB non sono sindacati riconosciuti aziendalmente. In ottemperanza alla vigente regolamentazione aziendale, tutti i lavoratori di questa ATM SpA aderenti allo sciopero nazionale dovranno, comunque, garantire l’espletamento del servizio dalle ore 06:30 alle ore 09:30 e dalle ore 12:30 alle ore 15:30. Inoltre, durante lo sciopero saranno garantiti i servizi minimi essenziali previsti dalla Legge 146/90 e successive modifiche”.
Secondo l’Atm, “la percentuale di adesione a precedenti scioperi indetti dalle stesse sigle sindacali è pari allo 0 %”.
La proclamazione dello sciopero riporta le seguenti motivazioni: -CONTRO il Genocidio in Palestina, la fornitura di armi ad Israele e l’assenza di un intervento concreto per dissociarsi dagli orribili crimini perpetrati dal Governo di Israele – PER il sostegno incondizionato alla missione della Global Sumud Flotilla e la tutela dei volontari impegnati a portare aiuti al Popolo Palestinese. PER le sanzioni ad Israele e la rottura delle relazioni diplomatiche e commerciali con Israele. -CONTRO la guerra, l’economia di guerra e l’aumento delle spese militari, in aggiunta ai 40 MLD di Euro già previsti per il triennio in corso – PER la Pace anche nel conflitto Russia-Ucraina e gli investimenti su Sanità, Scuola, Trasporti, Welfare il cui peggioramento approfondisce le disuguaglianze e la povertà esistente; -CONTRO lo sfruttamento sul lavoro, la precarietà ed il mancato adeguamento delle retribuzioni dei lavoratori del settore pubblico e del settore privato. PER forti aumenti dei salari e delle pensioni. PER l’approvazione di una misura di salario minimo non inferiore a 12 Euro l’ora e PER la reintroduzione di un meccanismo automatico di adeguamento delle retribuzioni all’andamento del costo della vita; -CONTRO l’assenza di politiche sociali a cominciare dall’emergenza abitativa e la mancanza di piani di sviluppo dell’edilizia popolare, PER una seria riforma degli ammortizzatori sociali; -CONTRO l’assenza di politiche industriali capaci di affrontare le transizioni in corso e di superare la fase di forte conflittualità, innescando un processo di ulteriore deindustrializzazione e sfruttamento delle classi popolari e dei lavoratori; -CONTRO le morti sul lavoro – PER la tutela della salute e sicurezza dei lavoratori nei luoghi di lavoro.