MESSINA. Ieri sono state pubblicate le  graduatorie provvisorie per l’assegnazione di case da concedere in locazione definitiva per lo sbaraccamento di Fondo Saccà e Fondo Fucile, oggi arriva la prima polemica. E ad innescarla è Emilia Barrile, presidentessa del consiglio comunale di Messina. Secondo la quale le graduatorie così concepite non vanno bene.

La querelle riguarda proprio la graduatoria d’assegnazione, che secondo Emilia Barrile, è stata formulata “tenendo conto esclusivamente dell’attribuzione dei punteggi ai nuclei familiari secondo la composizione e il reddito prodotto, ed inserendo ovviamente solo i nuclei familiari possessori del requisito storico-anagrafico della legge 10/1990”, l’ormai famosa legge che ventisette anni fa prevedeva lo sbaraccamento di Messina in tempi brevissimi.

Le azioni rientrano nel programma straordinario di intervento per la riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie delle città metropolitane e dei comuni capoluogo di provincia nell’ambito del progetto “Capacity”, ma secondo la presidentessa del consiglio, questo metodo di assegnazione non funzionerebbe. Perchè?

“Il progetto Capacity è più vicino alle esigenze reali del territorio che a quelle precipue del risanamento”, spiega Emilia Barrile, che invita a rivedere le graduatorie e “procedere all’assegnazione degli ulteriori punteggi” previsti dalla norma, “al fine di non penalizzare i nuclei così esclusi”.

Poi, in coda, il “veleno”: “Si chiede al sindaco di far convocare una riunione per illustrare il progetto capacity agli abitanti di Fondo Fucile, che a tutt’oggi sconoscono le finalità e il loro futuro, in quanto non sono stati tenuti in considerazione nel condividere il cambiamento sociale, trattandosi di persone che hanno, invece, necessità di vivere dignitosamente”.

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