MESSINA. Dopo il “no” ricevuto dal Governo alla dichiarazione dello stato di emergenza per lo sbaraccamento di Messina, Cateno De Luca fa il punto in un video sull’iter del “Risanamento”. Senza celare la sua amarezza, il primo cittadino incassa la bocciatura e annuncia che il progetto proseguirà ugualmente: «Vado avanti a modo mio. Le baracche con noi devono scomparire». 

Il lungo cammino per liberare Messina dalle baracche ha avuto inizio nei primi giorni di agosto, in seguito a un servizio della Rai nelle aree degradate della città che ha dato il la a un ordinanza contingibile e urgente con delle scadenze precise: entro il 31 ottobre lo sgombero degli abitanti e prima della fine di dicembre la demolizione di tutte le baracche presenti sul territorio comunale. Date che difficilmente saranno rispettate dopo il no del Governo: ai sensi della normativa vigente, lo stato di emergenza “può essere dichiarato al verificarsi o nell’imminenza di calamità naturali, oppure per eventi connessi all’attività dell’uomo”, spiega lo stesso De Luca, che lo ha appreso solo ieri dal capo dipartimento della protezione civile Angelo Borrelli. Sempre ad agosto De Luca aveva annunciato che si sarebbe dimesso dal suo incarico se non fosse riuscito a rispettare i tempi.

Malgrado l’intoppo, De Luca tuttavia non demorde: «Non mi scoraggio. Abbiamo messo in piedi un’impalcatura. Le risorse la Regione Siciliana ce le deve dare, quelle afferenti alla legge 10 del 90. Le pretendo e ora è arrivato il momento di stringere. Noi abbiamo già uno stock di immobili che possiamo definitivamente mettere in campo per dare una prima risposta, che non è sicuramente esaustiva. Se già riusciamo entro quest’anno a definire l’assegnazione di 600 alloggi circa vuol dire che noi in sei mesi abbiamo fatto ciò che tutta la politica ha fatto in 28 anni, dato che in 28 anni sono stati assegnati a malapena 550 alloggi», prosegue, per poi citare i 50 milioni di euro che secondo quanto emerso dal confronto con Borrelli potrebbero arrivare dal Ministero dell’Ambiente per ciò che concerne amianto e risanamento ambientale. Fondi che potrebbero aggiungersi ai 130 milioni finanziati dalla Regione.

Un’altra strada, è quella del ricorso contro la bocciatura dello stato di emergenza: “valuteremo quando ci sarà notificato il testo“, ha spiegato, possibilista, il sindaco. “Credo lunedi”, ha aggiunto

Nel frattempo prosegue la ricerca degli immobili sul mercato da parte di Arisme dopo la scadenza del bando fissata per lo scorso 25 settembre. Gli alloggi disponibili al momento, secondo il presidente dell’Agenzia Marcello Scurria sono 515, dei quali 420 offerti da privati e agenzie, ai quali si sommano i 95 nella disponibilità dello Iacp (a Camaro Sottomontagna e a Matteotti). Lo scorso 14 settembre, secondo una prima ricognizione da parte delle tre associazioni di categoria che rappresentano circa 80 agenzie immobiliari messinesi, gli alloggi a disposizione erano invece 900 o poco più,  “400 nella disponibilità delle agenzie e 500  quelli che secondo le stime del Comune sono stati proposti da privati”, come spiegarono dall’Anama Confesercenti Messina.

Due i prossimi step: prima la verifica amministrativa per accertare l’abitabilità e la presenza di eventuali casi di abusivismo, poi il sopralluogo vero e proprio e la stima. Per ciò che concerne il prezzo, “per l’Agenzia non può essere che quello di legge”, spiega Scurria, ovvero con un tetto massimo di 1470 euro al metro quadrato per le nuove costruzioni non ancora abitate. «Abbiamo a disposizione 22 milioni di euro di Pon e Poc rimodulati e una decina per gli affitti», prosegue ancora l’avvocato, che annuncia l’imminente pubblicazione di un nuovo bando, più “snello”, a cura dell’Agenzia che ha ereditato le competente di Comune e Iacp. Il canone che spetterà agli inquilini, infine, sarà “sociale” o relativo al reddito, con un contributo minimo di 52 euro.

 

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