MESSINA. Ogni elezioni fa storia a sé ma senza dubbio i voti presi in città avranno un peso elettorale che si proietterà direttamente sulle Amministrative di giugno, quando i messinesi torneranno alle urne per scegliere sindaco e consiglio comunale. Che queste elezioni avrebbero influenzato quelle per la città lo ha capito di certo Cateno De Luca che prima ancora del 5 novembre ha puntato molto sulla città attraverso le Regionali, registrandosi da candidato come Cateno detto Messina. Nessuno lo chiama così ma intanto il suo nome e quello della città dello Stretto, dove ha già dichiarato di volersi candidare per la poltrona di primo cittadino, hanno riecheggiato all’unisono.

Sono 4078 le preferenze espresse in città a favore di De Luca, candidato per l’Udc, numeri che lo piazzano al quarto posto tra i più eletti. Prima di lui tre candidati alle regionali. In pole position Genovese junior, con 7545 preferenze, seguito subito da Franco De Domenico, il direttore generale dell’università di Messina che ottiene alla sua prima candidatura 6272 voti. Uno scarto tra Genovese e De Domenico di poco più di 1200 preferenze che annuncia la prossima sfida cittadina. Entrambi considerati quasi candidati/avatar per conto di Francantonio Genovese, il primo, e per conto del rettore Pietro Navarra, il secondo. E poco importa se De Domenico risulterà ineleggibile per via del suo ruolo accademico (ipotesi che sarà fatta valere con tutta probabilità da suoi compagni di partito, sembra infatti sia già prontissimo il ricorso di Pippo Laccoto), il peso elettorale del rettore è ormai conclamato.

A tirare le fila degli schieramenti per le prossime Amministrative potrebbero essere dunque proprio Genovese e Navarra.

Prima ancora dell’ex sindaco di Santa Teresa, un altro De Luca, stavolta Antonio De Luca, il candidato Cinque stelle che con 4078 voti in città entrerà per la prima volta all’Assemblea regionale, raddoppiando il numero di deputati del Movimento di Grillo messinesi. Stretto tra i candidati di Grillo, Cateno è seguito subito da Valentina Zafarana con 3922 voti, l’unica donna dalle preferenze esorbitanti precede di poco quattro tra i più illustri trombati di questa tornata elettorale: Nino Germanà con 3758 voti, Beppe Picciolo con 3694, Beppe Grioli con 3317 e Giovanni Ardizzone con 2601 voti. E c’è da soffermarsi sugli ultimi due: entrambi hanno già mostrato volontà di candidarsi alla poltrona di primo cittadino.

Grioli ha partecipato alle primarie del Pd in occasione delle ultime Amministrative, primarie che videro preferito Felice Calabrò e tradito l’ex segretario del Pd in città, oggi candidato nella lista Fava ha di certo ottenuto un risultato significativo sebbene non gli sia valso l’elezione (l’unico seggio è scattato a Palermo per Claudio Fava). L’ex presidente dell’Assemblea regionale, invece, Ardizzone, ha già da tempo annunciato la sua candidatura a sindaco. Annuncio che pare ora indebolirsi, visto il fallimento elettorale e il dato risicato in città. Il penalista barcellonese, Tommaso Calderone, l’uomo che ha stoppato la continuità elettorale di un altro erede delle preferenze, Nino Germanà, segue Ardizzone con 2162 preferenze. Sotto i duemila voti tutti gli altri: Leonardo Russo (M5s, 1992), Ferdinando Croce (Diventerà bellissima, 1946), Elvira Amata (Lista Musumeci, 1390), Matteo Sciotto (Pd, 1262), Chiara Sterrantino (Diventerà bellissima, 1195), Pippo Laccoto (Pd, 1188), Giuseppe Corvaja (Lista Musumeci, 1074), Pino Galluzzo (Diventerà bellissima, 1003).

Per proiettarsi verso le Amministrative è ancora presto, forse, ma di certo questi numeri tracceranno una linea da oggi al prossimo giugno.

Subscribe
Notify of
guest

0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments