MESSINA. È arrivato con netto anticipo al Comune. Già dalle 11,30 Pierluigi Bersani passeggiava per i corridoi di Palazzo Zanca, in attesa dei giornalisti che doveva incontrare alle 12 per lanciare la candidatura di Claudio Fava alla Regione e dei candidati della lista Cento passi Maurizio Rella e Giuseppe Grioli. Tanto che per ammazzare il tempo, si è intrattenuto con il consigliere comunale dei Centristi Franco Mondello e l’assessore al Bilancio del comune di Messina Enzo Cuzzola.

Ha iniziato dunque in anticipo rivolgendosi subito al suo ex partito: “Informiamo questi del Pd che 2015, 2016, primavera 2017 il centrosinistra a guida Pd ha già perso dappertutto, quindi il problema è come si fa a riprendere quelle milionate di elettori che hanno già lasciato il centrosinistra a guida Pd e il Pd a guida renziana”.

A Messina Bersani apre il rush finale della campagna elettorale siciliana che promette di provocare evidenti conseguenze sui futuri sviluppi politici nazionali: “Noi stiamo andando a riprendere quelli che sono andati nel bosco e non vogliono più saperne, solo così puoi pensare di fermare la destra. Ammucchiandoci tutti chi può sperare che quelli ritornino, bisogna cambiare”.

Uscire dal Pd per fermare la destra, questo spiega Bersani: “Penso ci sia l’esigenza di fermare la destra, lo penso guardando il mondo, guardando l’Europa. C’è una destra incombente, purtroppo non una con traino liberale ma spesso regressivo come si vede in giro l’Europa, l’alternativa alla destra non è il centrismo confuso dei grillini”. Il ritorno dunque a sinistra: “Stiamo attrezzando una sinistra di governo che sia di sinistra e che sia di governo con i valori nostri: democrazia e lavoro”.

Una sinistra che è l’unica attrezzata a risolvere la disuguaglianza secondo l’ex segretario del Pd: “ C’è una disuguaglianza micidiale – ha detto Bersani – chi la risolve la destra del meno tasse per tutti, il renzismo che segue la destra del meno tasse per tutti? La disuguaglianza la risolvi dando lavoro e lavoro dignitoso, secondo, il welfare universalistico, sanità, scuola e un fisco fedele e progressivo e una sinistra di governo è la più attrezzata a risolvere queste questioni fondamentale”.

E sullo Stretto l’ex segretario si sofferma sulla candidatura di Luigi Genovese: “Nella storia d’Italia il trasformismo è stato sempre la spartizione di un potere immobile, il trasformismo è il contrario del cambiamento: ti arrendi, passi da un posto a un altro, fai accordi con chiunque e devi sacrificare i principi, le battaglie e si va avanti nel solco di ieri: un guaio micidiale da Depretis a Genovese”.

“Quella legge elettorale è una vergogna – ha continuato Bersani –  la gente non sopporterà una legge elettorale dove tu voti uno e il tuo voto va a un altro, quindi stiamo chiedendo almeno alcune correzioni, quindi voto disgiunto e preferenze. Abbiamo speso 23 miliardi perché il jobs act cancellasse la precarietà e siamo al record storico. C’è in giro un’incertezza micidiale. Se non risponderanno e tireranno dritti noi presenteremo alle prossime elezioni una formazione progressista sicuramente alternativa alle politiche fatte fin qui e chiederemo il voto utile a favore di un centrosinistra vero”.

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