MESSINA. Il Reato di tortura? Se fosse dipeso solo dai deputati siciliani alla Camera sarebbe stato approvato, ma solo “per abbandono”. Su cinquanta eletti nei due collegi isolani (l’onorevole numero 51 è Laura Boldrini, presidente d’Aula), infatti, ad essere presenti in aula, erano solo in 26. E gli altri 24? Beh, in 19 non hanno ritenuto di non partecipare alla seduta, mentre cinque erano in missione. Tra voti favorevoli e astensioni, a fare notizia è il deputato di Forza Italia Antonio Minardo, che a Montecitorio ha palesato il suo “no”. Ma ecco la mappa del voto.

A FAVORE. Come era prevedibile, a dire sì al Reato di tortura sono stati i deputati del Pd presenti, Daniela Cardinale, Antonino Moscatt, Teresa Piccione, Luigi Taranto, Luisella Albanella, Sofia Amoddio, Giuseppe Berretta, Tommaso Currò, Giuseppe Lauricella, Flavia Piccoli Nardelli e Fausto Raciti, cui si sono aggiunti i voti favorevoli di Giampiero D’Alia e di Dore Misuraca (entrambi di Alternativa popolare).

CONTRO. Come già scritto, ad avere il fegato di dire “no” è stato il solo Nino Minardo.

NON HANNO PARTECIPATO. Le assenze in Aula hanno riguardato anche il Pd con Marco Causi, Magda Culotta, Maria Iacono, Gea Schirò e Maria Gaetana Greco. Di Forza Italia, invece, non hanno partecipato Riccardo Gallo, Gabriella Giammanco, Basilio Catanoso, Stefania Prestigiacomo e la coppia messinese di ex democratici, Francantonio Genovese e Maria Tindara Gullo. Dei Cinque Stelle, che in generale hanno seguito l’indicazione di astenersi, non si sono presentati Azzurra Cancelleri e Gianluca Rizzo. Non hanno infine partecipato alla seduta Antonino Bosco e Vincenzo Garofalo (entrambi Alternativa popolare), Francesco Saverio Romano (Scelta Civica Ala), ), Carmelo Lo Monte e Andrea Vecchio (entrambi Gruppo Misto) e Alessandro Pagano (Lega e Autonomie).

I… MISSIONARI. Assenti perché in missione, sono risultati, invece, Davide Faraone (Pd), Antonio Martino (Forza Italia), Ferdinando Adornato e Giuseppe Castiglione (Alternativa popolare) e Claudia Mannino (Misto).

GLI ASTENUTI. A popolare Montecitorio, ma a decidere di non esprimersi, oltre ai Cinque Stelle Chiara Di Benedetto, Loredana Lupo, Francesco D’Uva, Giulia Grillo, Marialucia Lorefice, Maria Marzana e Alessio Villarosa, anche Giulia Di Vita e Riccardo Nuti (Misto) e gli insoddisfatti del testo posizionati a sinistra: Angelo Capodicasa e Giuseppe Zappulla (Articolo 1 Mdp) ed Erasmo Palazzolo (Sinistra italiana).

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