MESSINA. Cosa comporta la triste conclusione della più triste esperienza di consiliatura comunale degli ultimi decenni, con l’ultima seduta di quest’esperienza amministrativa 2013-2018 andata deserta per due volte, con un massimo di nove consiglieri presenti (Antonella Russo e Giuppi Siracusano del Pd, Piero Adamo di Siamo Messina, Pippo Capurro di Forza Italia, Carlo Abbate del Misto, la presidentessa del consiglio comunale Emilia Barrile, poi Maurizio Rella, Cecilia Caccamo e Ivana Risitano di Cambiamo Messina dal basso) su quaranta eletti?

Molto. A parte le considerazioni di carattere etico e morale, c’è tutto quello che questo consiglio comunale lascia di irrisolto, e quello che era incardinato all’ordine del giorno: una seduta straordinaria, per la straordinarietà delle delibere da discutere e votare. La variante di tutela ambientale, l’ormai famosa “Salvacolline” che in consiglio giace da un anno e mezzo quasi, e dopo una quindicina di sedute di commissione (l’ultima deserta) non è mai stata discussa. Lo schema del nuovo piano regolatore generale (presentato in aula meno di un mese fa, e per approvare il quale probabilmente la regione invierà un commissario ad acta). Debiti fuori bilancio, alcuni dei quali parlavano di spettanze che sarebbero dovute andare ai lavoratori, e che saranno trattate, se va bene, tra due mesi. Ma anche transazioni di parecchi milioni di euro, che hanno riflessi diretti e indiretti sui debiti del Comune, ma anche sulla sopravvivenza dei beneficiari della transazione.

La mancata trattazione di una di queste transazioni ha inguaiato TirrenoAmbiente Spa, creditore verso Palazzo Zanca per canoni di conferimento in discariche proprietà della Spa che il Comune non ha mai pagato. Lo ha spiegato il commissario liquidatore Sonia Alfano. “La mancata presa d’atto da parte del consiglio comunale della transazione per oltre 3.800.000. euro già sottoscritta con il comune di Messina, iscritta come secondo punto all’ordine del giorno, dovuta all’assenza di gran parte dei consiglieri, ha messo a serio rischio la sopravvivenza della Tirrenoambiente S.p.A. e, conseguentemente, delle numerose famiglie di lavoratori e lavoratrici che con scrupolo e coscienza, pur tra mille difficoltà di ogni sorta, hanno continuato e continuano a svolgere con grande dignità ed abnegazione il proprio lavoro nell’interesse delle comunità di riferimento.  E’ inaccettabile – ha attaccato l’ex eurodeputata – la leggerezza con la quale taluni consiglieri, che si ricorda sono stati eletti, ovvero hanno ricevuto mandato dai cittadini, per perseguire esclusivamente l’interesse pubblico ed amministrare la res publica con il necessario ed indispensabile rigore morale, hanno consumato in maniera così sleale l’epilogo finale del loro mandato nell’ultimo consiglio comunale utile alla collettività, non procedendo ad una semplice e formale presa d’atto che invero sembrava essere un atto scontato e dovuto, vanificando, di fatto ed in un solo colpo, mesi e mesi di lavoro – ha concluso Sonia Alfano – di incontri, di mediazioni, di confronti legali ed amministrativi, portati avanti dalle parti in causa con grande senso del dovere e per il grande senso di responsabilità dovuto sia alla collettività di riferimento sia alle famiglie dei lavoratori della Tirrenoambiente che si trovano in condizioni di assoluto sconforto e disperazione”.

Ovviamente, non tutto quello che arriva in aula è da approvare (e infatti il consiglio di proposte dell’amministrazione ne ha bocciate a piene mani), anche perchè più di una volta l’amministrazione ha tardato nella proposizione delle delibere, facendole giungere sul tavolo della presidenza del consiglio davvero all’ultimo istante (fornendo così un alibi ad una maggioranza già ostile). Ma discutere, quello si. Anche solo per il rispetto dovuto a chi i consiglieri li ha eletti. Sperando che si prendessero cura dei problemi invece che lasciarli a macerare. Perchè non è ignorandoli, che gli atti amministrativi cambiano magicamente di significato.

Subscribe
Notify of
guest

0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments