MESSINA. Andrà in scena domenica 27 maggio con doppia replica alle 18 e alle 21, alla Chiesa di Santa Maria Alemanna di Messina, l’ultimo appuntamento della V stagione di Atto Unico. Scene di Vita, Vite di Scena. La rassegna di nuova drammaturgia chiude il ciclo di quest’anno, come da tradizione, con Quarantena. Chiostro-interno notte-Cervantes-Caravaggio, nato da un’idea di Stefano Barbagallo e Auretta Sterrantino. Una produzione targata QA-QuasiAnonimaProduzioniche vede impegnata la solida squadra tecnica della compagnia: le musiche originali sono composte da Filippo La Marca; scene e costumi sono di Valeria Mendolia; Stefano Barbagallo cura il disegno luci; Elena Zeta è assistente alla regia.

Lo spettacolo, scritto e diretto da Auretta Sterrantino, sarà interpretato da due attori diplomati all’ADDA, Accademia d’Arte del Dramma Antico della Fondazione INDA di Siracusa, lo scorso anno impegnati con Marco Baliani nei Sette contro Tebe di Eschilo al Teatro Greco di Siracusa: il ruolo di Miguel de Cervantes è di Michele Carvello – recentemente visto in Atto Unico nel ruolo di Salvo in Mare Nostrum – e nei panni di Caravaggio sarà Marcello Manzella, recentemente visto nel ruolo di Emone in Emone – La traggedia de Antigone seconno lo cunto de lo innamorato, testo di Antonio Piccolo vincitore del premio PLATEA (2016), prodotto dal Teatro Stabile di Napoli, Teatro Stabile di Roma e Teatro Stabile di Torino.

Quarantena è dedicato a un ipotetico incontro tra Caravaggio e Cervantes, la cui presenza a Messina è storicamente attestata seppur in tempi diversi. Quarantena è un omaggio ai luoghi e alla storia dell’uomo. Miguel De Cervantes e Caravaggio s’incontreranno proprio nella Chiesa di Santa Maria Alemanna, conducendo gli spettatori a viaggiare in un tempo sempre attuale e inusuale al contempo, in una gabbia di stereotipi e timori “umana troppo umana”.

«Ma al di là del pretesto, Quarantena – dichiara la regista – rappresenta una situazione di “confino” ideologico che mi sembra accomuni i due personaggi: Caravaggio è stato snobbato, criticato, smentito, non compreso dai suoi contemporanei; Cervantes allo stesso modo ha suscitato spesso reazioni discordanti che hanno diviso pubblico e critica e, soprattutto, è rimasto confinato tra le pagine del Don Chisciotte. A queste coordinate si può aggiungere la situazione di confino che vive la cultura nei nostri tempi, chiusa in un lazzaretto in agonia, in attesa che si spengano anche le ultime scintille. Se poi vogliamo per un attimo stringere il campo proprio su Messina, la situazione risulta ancora più chiara: sbandati, banditi, derisi, illusi, offesi.»

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