MESSINA. Dopo quasi quattro mesi di sole, intervallati solo da qualche sprazzo di pioggia (e preceduti da un maggio piovosissimo), sabato 23 settembre Giove Pluvio ha deciso di tornare a far visita a Messina, con le conseguenze disastrose che in città si verificano ogni volta che piove una gran quantità d’acqua in poco tempo: strade allagate, torrenti che tracimano, marciapiedi impraticabili, rigagnoli che diventano piccoli fiumi che scorrono a grande velocità, senza lasciare il tempo al suolo e alle caditoie di drenare l’acqua, allagamenti a cantine, botteghe e garage sotto il livello stradale.

Ma quanto ha piovuto, in realtà? Secondo il Sias, il servizio informativo agrometeorologico della Regione Siciliana, le precipitazioni si sono concentrate tra le 16 e le 17.30, con un picco di 8 millimetri di pioggia in dieci minuti proprio all’inizio della scarica d’acqua, intorno alle 16.20. In totale, secondo il monitoraggio dell’istituto, in un’ora, la prima, sono caduti dal cielo 18 millimetri di pioggia, e nell’arco delle due ore un totale di 25 millimetri registrati dai pluviometri.

Sono molti, sono pochi? Sono quelli che nella definizione data dai meteorologi come intensità della pioggia stanno a metà tra “rovescio” (precipitazione superiore a dieci millimetri all’ora) e “nubifragio” (superiore a 30 millimetri all’ora). Considerando che un millimetro di pioggia è equivalente a 1 litro di pioggia caduto su una superficie di un metro quadrato, per ogni metro quadrato delle strade di Messina in un’ora sono caduti una media di 15 litri di pioggia. Tanto è bastato a trasformare le strade in laghi e i marciapiedi in fiumi.

Non è poco, ma non è nemmeno un quantitativo di pioggia che dovrebbe mettere in ginocchio una città per ore (per il deflusso delle acque dalle zone più colpite c’è voluto molto tempo), eppure è successo: nonostante nelle settimane scorse a macchia di leopardo siano stati effettuati interventi di pulizia di caditoie e tombini, utilizzando la macchina spurgatrice, in molte zone il mancato spazzamento ha vanificato gli interventi, facendo ristagnare l’acqua in superficie, che trovando gli ostacoli delle zone di deflusso tappate, è rimasta in superficie. A questo si è aggiunto il forte vento dei due giorni precedenti, che ha fatto cadere le foglie dagli alberi depositandole su griglie, grate e feritoie di deflusso dell’acqua. Risultato, da nord a sud per due ore la città si è trasformata, come accade ogni volta che piove, in un enorme pantano.




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