MESSINA. Il sistema salute funziona nella provincia dello Stretto. Non è il migliore, ma è tra i migliori 25 fra le 107 province italiane. È l’ambiente, soprattutto, che rovina la media, così come l’istruzione, la popolazione e i fattori sull’economia cittadina (ma questa non è una sorpresa). È stata infatti pubblicata la classifica sulla qualità della vita, realizzata da ItaliaOggi e Ital Communications, in collaborazione con l’Università Sapienza di Roma, nelle 107 province d’Italia, e Messina è 90esima (qui la classifica completa). Ancora tra le peggiori, anche se con margini di miglioramento rispetto al 2024: la provincia dello Stretto ha guadagnato ben 13 posizioni.
Lo studio si articola in nove dimensioni d’analisi: “affari e lavoro” (98esima), “ambiente” (101esima), “istruzione e formazione” (95esima), “popolazione” (92esima), “reati e sicurezza” (39esima), “reddito e ricchezza” (91esima), “sicurezza sociale” (654 punti, ma non si vede la posizione in classifica), “sistema salute” (23esima) e “turismo intrattenimento e cultura” (37esima), che hanno permesso di indagare in maniera approfondita i molteplici aspetti relativi alla qualità della vita a livello locale. Questa la condizione di Messina nel 2024: “Affari e lavoro” (105ma), “Ambiente” (102ma), “Istruzione” (95ma), “Popolazione” (95ma), “Reati e sicurezza”, (36ma) “Reddito e ricchezza” (89ma), “Salute” (22ma), “Sicurezza sociale” (36ma) e “Turismo e cultura” (41ma).

Le 107 province italiane sono state classificate in 5 cluster (Mediterraneo, Francigena, Adriatico, Padania, Metropoli), ottenendo così una fotografia più dettagliata delle specificità territoriali. La qualità della vita nel 2025 è risultata buona o accettabile in 60 province su 107. Si tratta di un valore inferiore a quello registrato negli ultimi anni e quindi indicativo di un peggioramento. L’indagine conferma anche per il 2025 la frattura esistente tra il Centro-Nord e l’Italia meridionale e insulare. Milano, infatti, conquista nuovamente il primo posto, con ottimi risultati nella dotazione di servizi, reddito, gestione delle infrastrutture, vitalità del tessuto produttivo, seguita da Bolzano e Bologna. Rispetto alla classifica dello scorso anno, per Milano e Bolzano si tratta di una conferma, mentre migliora Bologna che sale di una posizione. Due passi indietro, invece, per Monza e della Brianza, mentre si segnala un significativo avanzamento in graduatoria di Rimini e Ascoli Piceno, rispettivamente al 12° e 15° posto, con oltre venti posizioni guadagnate rispetto al 2024. Ancora in fondo alla classifica Caltanissetta (107ª), preceduta da Crotone (106ª), che scende di cinque posizioni in un anno e Reggio Calabria (105ª), che invece conquista un posto. Da rilevare, in negativo, Foggia, che passa dalla 93ª alla 104ª postazione in classifica, Pordenone dalla 9ª alla 23ª e Gorizia dalla 26ª alla 52ª.
Nelle regioni del Mezzogiorno, inoltre, restano significative aree di disagio sociale e personale. La qualità della vita nelle province del Nord-Ovest risulta in leggero arretramento (19 province su 25 sono nei due gruppi di testa – qualità buona e accettabile – 2 in meno rispetto alla passata edizione). Una situazione opposta caratterizza il Nord-Est, mentre nell’Italia centrale si registra un lieve miglioramento. Per le province dell’Italia meridionale e insulare, soltanto L’Aquila si classifica nel gruppo 2 (qualità della vita accettabile), contro le due (Pescara e Teramo) censite lo scorso anno.
Fonte Adnkronos


