MESSINA – Lavori di manutenzione per mettere in sicurezza il torrente Annunziata e il Ciaramita. È giugno quando l’assessorato regionale all’Agricoltura decreta un finanziamento per due dei torrenti più a rischio della città. Lo fa prima che gli incendi di luglio rendano la situazione ancora più drammatica. La vegetazione andata completamente in fumo non può più trattenere l’acqua piovana che si riversa in abbondanza nei due torrenti. Questo è stato il risultato delle primissime piogge di settembre.

Argini del torrente Ciaramita. Muro di contenimento in frantumi

Poco dopo, poco più di due settimane fa, l’intervento finanziato dalla Regione con ben 250 mila euro, però è stato fatto. Risultato? Parecchia erbaccia e vegetazione selvaggia è stata estirpata, ma i due torrenti restano ad alto rischio. L’intervento lo si può definire, infatti, senza timore di smentita, quasi completamente inutile, perfino condito dalla paradossale assenza di mezzi per trasportare via l’erba raccolta da i forestali. Ed ecco perché: il Ciaramita con le prime piogge ha subito il crollo di alcune pareti di contenimento, pareti che seppure divelte e quindi non più in grado di contenere gli argini del torrente sono rimaste ignorate.

Nel torrente Annunziata invece l’intervento è iniziato solo a metà. L’affluente Portella Arena è rimasto completamente intoccato e per questo è ancora  completamente intasato: “Il caso più eclatante – chiosa il presidente della V Circoscrizion, Santino Morabito – il Portella Arena taglia un’area interessata dalla presenza di decine di cooperative edilizie e dove la vegetazione cresciuta talmente fitta e la presenza di rifiuti di ogni sorta costituiscono un enorme tappo proprio alle spalle delle aste recentemente ripulite. Una bomba che potrebbe esser innescata con i primi temporali autunnali”.

Il “tappo” dell’affluente Portella Arena

La chiesa Beata Eustochia sorge sugli argini del Portella Arena e sarà inaugurata a breve

Mentre più a valle il torrente Annunziata è stato liberato dalle erbacce, si è ignorato dunque il problema a monte, cioè lì dove si origina l’accumulo d’acqua rendendo altissimo il rischio di frane e inondazioni.

Sono stati spesi 250 mila euro in definitiva per quello che somiglia ad un nulla di fatto. Nonostante siano stati impegnati circa 70 forestali. E qui bisogna soffermarsi. Perché appare curioso il dispiego di forza lavoro a fronte di un’assenza di mezzi. In sostanza i forestali impiegati che hanno tagliato la vegetazione selvaggia dei due torrenti hanno accumulato quel che tagliavano accatastandolo. Pare non fosse stato però previsto alcun mezzo per la rimozione di questo materiale accumulato, tanto che è poi stato necessario l’intervento di Messinambiente e in alcuni casi hanno preferito semplicemente dare fuoco alla alle sterpaglie accatastate. A denunciarlo Morabito, sostenuto da tutti i consiglieri. Il V quartiere chiede così in una nota: “Com’è possibile che a fronte di un finanziamento cospicuo, sia stato previsto l’esclusivo utilizzo di manodopera e non già il noleggio e l’uso di attrezzature e mezzi idonei all’intervento? Perché, chiede ancora Morabito, impiegare personale “praticamente a mani nude?”, e “va sottolineato che il medesimo cliché si è ripetuto per ogni torrente cittadino interessato dagli interventi di manutenzione”.

A leggere con attenzione il decreto di finanziamento, si osserva poi un evidente squilibrio, la cifra del finanziamento è stata suddivisa in una tranche di 240 mila euro, e in una di dieci mila. Una sproporzione che non trova ulteriori chiarimenti nella voce relativa alla prima cospicua tranche: “Lavori in computo metrico”. Punto. Mentre l’elenco delle spese che giustificano i restanti diecimila è ben più corposo.

Ma andiamo al dettaglio.

L’Assessorato regionale dell’Agricoltura ha finanziato nell’ambito di “azione e coesione III fase – sottoazione B2 – interventi di manutenzione delle opere di difesa dell’alveo del torrente annunziata e del torrente Ciaramita nel Comune di Messina”.

“Lavori in computo metrico” per 239 mila 154 euro. Questa è la quota quasi totale, il resto suddiviso in diverse quote e voci, tra le più disparate, si va dalle quote Irap allo sviluppo listini. Poi ancora oneri di sicurezza, impianti di protezione e mezzi e servizi di protezione collettiva. La sicurezza poi è citata spesso: “eventuali interventi finalizzati alla sicurezza e richiesti relativamente all’uso comune di apprestamenti, attrezzature, infrastrutture, mezzi e servizi di protezione collettiva”. Perfino “visite mediche preventive e/o periodiche, eventuali esami medici specialistici, nonché eventuali costi per le vaccinazioni obbligatorie”.

Ma nei pochi soldi che restano del lauto finanziamento c’è ancora tanto da elencare: “Misure per la gestione del rischio aziendale per le attività svolte dal Servizio di Prevenzione e Protezione dai rischi, per la Formazione, informazione e addestramento” e così via. Fino alle spese “varie per l’esecuzione dei lavori, consistenti in acquisto di piccola attrezzatura di cantiere connessa all’esecuzione dei lavori, eventuale acquisto di macchinari ed apparecchi a motore, acquisto di qualsiasi altro occorrente per la buona conduzione dei lavori a perfetta regola d’arte, acquisto e cartellonistica e lavori in corso”. E non è finita: “Spese relative alla compilazione dei progetti, all’esecuzione ed alla verificazione delle opere e dei lavori, consistenti in: acquisti aggiuntivi di cancelleria, di materiale fotografico, di fotoriproduzione ed informatico, manutenzione di macchine da calcolo, stampa, riproduzione e computer, fornitura di carburante, lubrificanti. Spese per l’ordinaria gestione e sorveglianza dei lavori nei magazzini ed autorimesse adibiti alla custodia dei mezzi di proprietà dell’Ufficio servizio per il Territorio di Messina.

Infine, una voce per gli imprevisti, non si sa mai e: “Spese accessorie ed indennità per l’impiego del personale preposto, a qualsiasi titolo, alla conduzione dei lavori. Spese per l’esercizio dei fabbricati demaniali adibiti a magazzini, foresteria, autorimesse, nonché per la gestione degli uffici territoriali limitatamente ai periodi di esecuzione dei lavori”. Il tutto per 10 mila euro.

Uno sbilanciamento tra voci e spese che ha tutta l’aria di un’operazione elettorale: “Gli interventi a difesa degli alvei torrentizi non possono essere affidati esclusivamente ad operai armati di sola buona volontà – prosegue Morabito nella nota -. Sono necessari progetti per la messa in sicurezza dei torrenti e la regimentazione delle acque ai quali va data esecuzione con mezzi idonei.  A meno che, la logica che sottende simili interventi non sia altra rispetto ad obiettivi di tutela del territorio. Riporto la chiosa di un vecchietto che dinnanzi al florilegio di operai disseminati lungo il torrente Annunziata, con amaro sarcasmo ebbe a commentare: “Caro lei, le ruspe non votano”.

 







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