PALERMO. La Lega, in Sicilia, apre a Cateno De Luca come leader e possibile candidato alla presidenza alle prossime regionali, e “scarica” Nello Musumeci, che si era avvicinato (ed era stato avvicinato) al movimento del Carroccio ma i cui rapporti reciproci sembrano essersi deteriorati.

E’ quanto ha fatto intendere Stefano Candiani, ex deputato e sottosegretario della Lega, che in Sicilia è stato prima commissario e adesso segretario regionale del partito di Matteo Salvini, in un’intervista a La Sicilia all’indomani del tracollo registrato dal partito dopo le amministrative della scorsa settimana.

Alla domanda “Con Musumeci è un discorso chiuso”, Candiani ha risposto con fermezza “Da parte sua ci sono state troppe esitazioni a cui non sono abituato. magari il sentimento non è così genuino, i sui ragionamenti sono altri, ne prendo atto”. L’alternativa, per Candiani, potrebbe essere l’attuale sindaco di Messina.

“Alla Regione c’è un tappo, e Musumeci non è riuscito a toglierlo. Cateno è l’esempio, scatenato e talvolta matto, che i i siciliani hanno bisogno di un leader che prenda decisioni e dia risposte. Musumeci, sul covid, ha provato a inseguirlo e scimmiottarlo”, ha spiegato Candiani in conclusione dell’intervista, aprendo le porte ad una possibile candidatura di Cateno De Luca alle prossime regionali, che si terranno tra due anni esatti.

Già a maggio tra il sindaco di Messina e la Lega c’era stato uno “struscio”, ma De Luca aveva declinato l’offerta. “Adesso penso a svolgere al meglio il mio ruolo di Sindaco di Messina”, aveva risposto il primo cittadino alle “avances” del leader della Lega, che aveva ipotizzato un sostegno alla candidatura alla presidenza della Regione.

Una liason che nasceva due anni fa e mezzo fa, tra alti e bassi (per adesso sono molti più gli alti, dovuti in massima parte all’endorsement di Matteo Salvini a De Luca durante i mesi del lockdown). E infatti un mese fa De Luca ha ospitato a palazzo Zanca una delegazioni di cittadini di Lampedusa. Capitanati da Angela Maraventano, ex senatrice leghista che dopo pochi giorni sarebbe salita alla ribalta delle cronache con la spaventosamente balorda affermazione sulla mafia (e per questo si è dimessa dalla Lega)

 

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