MESSINA. La notizia della mancata copertura finanziaria per i 13 miliardi necessari per il ponte sullo Stretto di Messina ha rinfocolato le polemiche tra favorevoli e contrari all’opera, anche se nella maggioranza di governo c’è chi è ottimista: “Il progetto esecutivo per il Ponte c’è, i fondi ci sono e si partirà con il cantiere l’anno prossimo con un primo finanziamento di 2 miliardi”, ha detto il sottosegretario alle finanze Federico Freni, anche se in realtà il progetto esecutivo ancora non è stato presentato e proprio oggi il general contractor WeBuild consegnerà un aggiornamento del progetto definitivo del 2011.

La circostanza ha scatenato i nopontisti, che hanno ripreso la dichiarazione del sottosegretario, rispedendola al mittente. “Siamo, come anche Freni dovrebbe sapere, ancora nella fase dell’aggiornamento di un progetto definitivo, tutt’altra storia rispetto a percorsi e procedure, tutte ancora da avviare e lontanissime da un progetto esecutivo – scrive in una nota il comitato “Invece del ponte” – Aggiunge Freni che i soldi ci sono e che è pronto ad inserire due miliardi nella prossima finanziaria. Altra bugia: i soldi ci saranno quando il bilancio dello Stato avrà stanziato l’intera cifra (15 miliardi). E in questo caso non ci sono neanche nel bilancio triennale. Siamo lieti che il governo intende stanziare due miliardi per lo sviluppo dell’area dello Stretto di Messina. Almeno per il miliardo sponda Messina, possiamo elencargli i migliori utilizzi possibili per le reali necessità del territorio, invece del ponte”.

Dello stesso tenore una “reprimenda” da parte del Partito democratico: “Ormai è chiaro a tutti: risorse economiche per la realizzazione della grande opera non ce ne saranno nel 2024 (in realtà, non ce ne sono mai state e mai ce ne saranno) e inizia a smontarsi, pezzo dopo pezzo, la propaganda leghista – attacca in un comunicato il coordinamento provinciale del Pd messinese –  In vista della definizione della Legge di Bilancio, la maggioranza di governo di centro destra (addirittura anche Forza Italia) ha dovuto mettere un freno alle tante promesse irrealizzabili di Salvini e tornare alla realtà: l’opera costa 15 miliardi e non 8; impossibile aprire i cantieri entro il 2024, al massimo si potrà avere il progetto esecutivo; se e quando partiranno, i cantieri dureranno 15 anni (se tutto va bene) e non 6. Uno dietro l’altro, cominciano a cadere i dogmi della propaganda leghista verso un’opera da più parti ritenuta improbabile dal punto di vista tecnico, impossibile da sostenere sotto il profilo finanziario, e dannosa per l’ambientale. Nel frattempo, però, la Stretto di Messina continua le proprie attività, liquidando compensi da capogiro e affidando consulenze, mentre questa estate si manifestava sotto gli occhi di tutto il mondo tutta la fragilità e l’insufficienza dell’intera rete infrastrutturale della Sicilia. Data ormai per scontata l’irrealizzabilità dell’opera, la questione politica centrale è: fino a che punto si consentirà a Salvini di proseguire con la sua propaganda? Davvero questo Governo butterà al vento un miliardo e mezzo di euro solo per consentire a Salvini di salvare la faccia, e far partire un cantiere “simbolo” in vista delle elezioni europee? Fino a che punto si prenderanno ancora in giro i messinesi sulla questione Ponte?”, conclude la nota

 

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