MESSINA. È botta e risposta fra le sezioni messinesi del Partito Democratico e la Lega, dopo la notizia di una nuova bocciatura da parte della Corte dei Conti del progetto del Ponte sullo Stretto (qui l’articolo). Protagonisti della querelle sono il segretario provinciale del Pd Armando Hyerace e il Carroccio, dopo una nota da parte del primo che commentava la notizia dell’intenzione da parte del Governo «di definanziare i 3,5 miliardi di euro destinati alla grande opera».
«È ormai evidente che l’opera non si fa, ma non è ancora chiaro per quale finalità verranno utilizzate queste risorse, ma se dovessero finire (come spesso accade) in bonus spot distribuiti qua e là, sarebbe l’ennesimo smacco per Sicilia e Calabria. E l’ennesima conferma di una narrazione che non regge alla prova dei fatti. Esiste però una proposta chiara e giusta: l’emendamento a firma di Antonio Nicita e Nicola Irto, che chiede che quelle risorse, già scippate a Sicilia e Calabria, vengano restituite ai rispettivi territori per investimenti veri, utili, immediati. Se il ponte non si fa, i soldi non possono sparire. Devono tornare dov’erano. Per questo lo diciamo senza giri di parole: ridateci i soldi!”, commentava Armando Hyerace qualche giorno fa.
Oggi la risposta della Lega Messina, negando il definanziamento: «In merito al Ponte sullo Stretto non mancano mai le valutazioni ostraciste della sinistra. Ma verificare la infondatezza di ciò che afferma il segretario provinciale del Pd di Messina, Armando Hyerace, e confutare le sue parole è molto facile. Non c’è alcun definanzianento per il Ponte. Il governo nazionale ha solamente spostato al 2033 il limite per la sua realizzazione, in attesa della nuova delibera Cipess che supererà i rilievi della Corte dei conti. Hyerace ha perso in occasione per stare zitto. E visto che siamo vicini al Natale, è apparso come “U scantatu ra stidda” del presepe siciliano».
Non è mancato il contrattacco del Pd di Messina: «La Lega (comprensibilmente) cerca nuovi leader e schiaccia l’occhio a De Luca (non sarebbe certo la prima volta) facendosene l’avvocato difensore? Possiamo andare avanti con un botta e risposta finché restano pezzi del presepe da menzionare, all’occorrenza. Me ne vengono in mente alcuni che ben si addicono, metaforicamente, a certi rappresentanti del partito di Salvini. Sui fatti però resta poco da aggiungere: il ponte non si fa e i soldi restano bloccati o vanno a finire da un’altra parte, probabilmente per mettere buchi ad altri fallimenti di questo governo”.
Riferimento fatto all’ex primo cittadino per un’altra nota diffusa dal segretario provinciale Armando Hyerace martedì, commentando alcune dichiarazioni del deputato all’Ars Cateno De Luca: «Le recenti dichiarazioni dell’onorevole Cateno De Luca sull’utilizzo dei fondi per il Ponte sullo Stretto sono in tema col periodo natalizio: degne del meravigghiatu da rutta”. Oggi De Luca chiede al presidente Schifani esattamente ciò che il Partito Democratico sostiene da oltre un anno e che ha ribadito in tutte le sedi istituzionali, da ultimo attraverso gli emendamenti alla legge di bilancio nazionale presentati dal senatore Antonio Nicita, finalizzati a liberare risorse per infrastrutture realmente urgenti. Colpisce però il repentino cambio di posizione, considerato che fino a tempi recentissimi lo stesso De Luca si è fatto promotore del progetto del Ponte, arrivando a prospettare un miliardo di euro per Messina come presunto ristoro dei danni dei cantieri. Oggi sembra prendere finalmente atto che le priorità del territorio sono altre e che il governo regionale ha consentito la sottrazione di ingenti risorse dai Fondi di sviluppo e coesione della Sicilia per destinarle alla realizzazione del Ponte. Cambiare idea è legittimo, ma farlo continuamente rischia di compromettere la credibilità politica. Se questa presa di posizione è frutto di una riflessione sincera, il Partito Democratico è pronto a sostenere ogni iniziativa volta a contrastare uno spreco di risorse pubbliche che penalizza Messina, la Sicilia e l’intero Mezzogiorno. In caso contrario, è necessario richiamare tutti a maggiore serietà e responsabilità istituzionale».






