MESSINA. Il consigliere comunale del Partito Democratico Alessandro Russo entra in rotta di collisione col sindaco Federico Basile per l’esito dell’incontro a Roma col ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini e agli amministratori di Stretto di Messina Spa, lamentando che “il territorio messinese sia stato condannato a dover subire i cantieri di un’opera senza avere alcuna certezza circa le ripercussioni sul proprio territorio e sui propri cittadini”.
“Dai tempi di realizzazione dell’opera, dei cantieri, delle centinaia di espropri cui vanno incontro i messinesi, dal tavolo romano, nessuna parola definitiva perviene. Messina è destinata a essere l’ultima priorità del Governo, nonostante il sindaco Basile professi ottimismo e si dica convinto di essere parte attiva di un processo del quale, invece, sarà comprimario – attacca Russo – Contesse e il c.d. “salva Contesse”, per come avevamo già previsto in aula nelle scorse settimane, resta poco più che una boutade estiva: RFI e Stretto Messina ribadiscono come il cantiere si farà, si farà a Contesse, si farà a seguito di tutti quegli espropri che molti messinesi non si aspettavano. E’ lo stesso Basile a dire che le soluzioni di alleggerimento previste da RFI non saranno certamente all’altezza delle legittime proteste dei messinesi che vi abitano”.
“E’ bene assumersi le responsabilità, dinanzi ai messinesi – continua il democratico – non si può più essere a favore del ponte e al tempo stesso essere contrari ai suoi impattanti e devastanti cantieri. Il ponte porterà infiniti e lunghissimi disagi a tutta la città, da Nord a Sud. Dire: “ponte sì ma non coi cantieri” è una posizione pilatesca che la città non può consentire a chi la governa. Si assumano la responsabilità, Basile e questa maggioranza, di portare Messina agli ingenti impatti territoriali di quest’opera, senza sfuggire alle conseguenze che queste opere avranno sulla città. Due parti in commedia, spiace doverlo ricordare, non si possono giocare. non si può improvvisamente scoprire, dopo oltre due anni di discussione pubblica, che ci sono impatti su così numerose zone della città”.
Russo entra poi nel dettaglio: “Tutto sta scritto sulle carte da anni. Scoprirle solo ora è risibile. Ancora: linee di approvvigionamento idrico di Messina durante i cantieri. Mentre Basile chiede come opere preliminari del ponte i lavori di efficientamento della rete terziaria cittadina, del progetto di Stretto Messina che prevedeva ben prima di avviare i cantieri la realizzazione di una nuova rete idrica nella zona Nord e di un nuovo sistema di attingimento da tre ulteriori fonti proprio per evitare di utilizzare l’acqua dei messinesi per i cantieri, non si ha più alcuna notizia. Infine, nessuna certezza perviene dal tavolo romano circa gli espropri da doversi eseguire su tutta Messina: quando partiranno, chi interesseranno. Se, come accaduto per Contesse, oltre quelli ufficiali, previsti da Stretto Messina, ce ne saranno molti altri di competenza degli altri soggetti interessati alla realizzazione dell’opera, quali RFI e ANAS per la parte stradale. I messinesi finora ignari che abitano nelle aree dove sono previsti nuovi svincoli, vedi l’Annunziata alta, che saranno interessate da lavori di ANAS, si vedranno a breve anche loro coinvolti in ulteriori espropri?”, chiede il consigliere.
“Tanti, troppi gli interrogativi cui non si è data risposta a Roma – incalza Russo – Fa bene il sindaco a chiedere le “opere preliminari” ma ci si domanda: quando dovrebbero partire queste “opere preliminari”? Che tempistiche avranno, i relativi cantieri? Soprattutto: quali sono queste “opere preliminari”? Già nel 2011, negli accordi di convenzione tra Ministero e General Contractor si citavano come prioritarie e preliminari delle opere che avrebbero dovuto essere realizzate prima dei cantieri del ponte. A oggi, tale formula ritorna ma dimostra tutta la sua pretestuosità: non si conosce nulla, al netto delle buone intenzioni dichiarate. E ciò appare ancora più grave dinanzi alle improvvide e reiterate dichiarazioni di Salvini sul tema: a suo dire, il cantiere dovrebbe partire di volta in volta sempre a pochi mesi di distanza. Cosa ne è allora delle opere propedeutiche di cui Basile parla? Quando dovrebbero essere realizzate?”
“Dal tavolo romano, purtroppo, Messina appare come una comparsa, che chiede di avere informazioni e notizie che ne vanno del proprio futuro ma che ottiene poco più che pacche sulle spalle e sorrisi di circostanza. Basile si assuma la responsabilità politica del momento, pretenda di difendere questa città e i suoi cittadini: non si può accogliere con rassegnazione un destino incerto deciso altrove. Se ha scelto di essere il sindaco che porta questa città ai cantieri devastanti del ponte, lo dica chiaramente e consapevolmente, piuttosto che rifugiarsi dietro le decisioni prese dal Governo. Un tema è certo: serve alzare la voce della città a quel tavolo romano. Servono parole chiare, la voce di un’intera città che vedrà il suo futuro completamente stravolto. Una voce che purtroppo, a oggi, non si è sentita”, conclude Alessandro Russo.