MESSINA. È fuori su tutte le piattaforme musicali digitali dalla mezzanotte di oggi, mercoledì 19 Aprile 2023, il nuovo singolo del cantautore messinese Dario Naccari, Più lento”, registrato presso gli Downtown Studios di Pavia e prodotto da Pietro Alessandro Alosi, fondatore e voce del duo palermitano folk-rock Il Pan del Diavolo. La collaborazione tra i due artisti siciliani nasce già due anni fa, quando Alosi, ascoltando i brani dell’artista messinese, proposti solo voce e chitarra acustica, ne ha iniziato a curare e studiare l’arrangiamento plasmandolo nell’ ottica di una band. E così, già a Luglio 2022, si arriva all’uscita del primo singolo “Grosso Frank”, dall’ attitude folk spensierata e scanzonata, seguito dalla pubblicazione del videoclip di cui Morgan Maugeri ha curato la regia. Adesso è la volta di “Più lento”, un pezzo dalle sonorità e intenti decisamente rock, in contrapposizione a un testo che risuona come un invito a rallentare e riconciliarsi con il proprio tempo interiore per riassaporare la vera felicità.

 




 

Quando e perché arriva “Più Lento”?

“Più lento” racconta di quelle condizioni, quei ritmi, quegli impegni con i quali ci troviamo a confrontarci quotidianamente, e che sono imposti prevalentemente dalla frenesia di questo secolo. Non siamo noi stessi a dettarli ma le condizioni, e così ci ritroviamo a seguire un flusso che spesso è al di fuori della nostra portata, corriamo come i dannati e rincorriamo la vita, dimenticandoci di assaporarne i momenti e dimenticandoci di ritrovare il nostro ritmo biologico che invece ci fa trovare la felicità. È stata scritta pensando alla mia esperienza lavorativa precedente, quando mi ritrovavo a Milano, città frenetica per eccellenza, per via di lavoro ed impegni, e mi è venuto spontaneo chiedermi ma perché dobbiamo sempre vivere una vita a calci in culo? Io voglio essere più lento e qui il ritornello “voglio essere più lento, con meno effetto i guai mi sbatteranno addosso”. È un po’ come quando corri sotto la pioggia, più corri e più acqua prendi, se vai più lento, invece, ad esempio, prendi solo quella in verticale. L’impatto con tutte le cose che hai difronte a te, funziona così, se vai a 6000, lo percepisci più forte.

Come suona?

Il pezzo nasce già di suo con un carattere rock, con una chitarrazza che si tirava tutta quanta la strofa e ritornello incalzante, poi lavorandoci in studio, insieme anche alla band con cui ho registrato a Pavia, che è una band tutta al siciliano, la soluzione di Alessandro, e del batterista Emanuele Alosi, è stata quella di uniformare la batteria e suonarla prevalentemente sui tom e timpati, specialmente nel ritornello, dando una cadenza un po’ elefantesca, come fossero dei passi molto pesanti, che rispecchiano in pieno lo spirito ed il testo del brano. Sono molto contento di quest’arrangiamento. E poi ovviamente, qua e là, c’è sempre tanto folk e tanto blues, in mezzo alle cose che faccio, e questo accade per mia natura, per quello che è il mio percorso, vengo dai Demo Mode e dall’attività di ricerca e studio del cantautorato con i Pastori di Unicorni, e si evince già adesso nei primi singoli ed ancora di più nell’ album che uscirà a Giugno 2023. Il fatto che Alessandro Alosi, dal canto suo, ha portato avanti per anni il progetto de Il Pan del Diavolo, con una matricefortemente folk e blues, ci allinea come gusti e ci fa trovare in piena sintonia nel masticare e lavorare su queste sonorità.

Quando e dove potremo ascoltarlo live?

Approfitto dell’uscita di “Più lento” per presentarlo live e portarloal momento, insieme ad altri estratti del mio repertorio, che ruota attorno a brani, sound e testi basati su una visione positivistica della vita, dato che attraverso quello che scrivo cerco di guardare al bello, in giro per la Sicilia: il 20 Aprile 2023 a Palermo alla Fabbrica 102, il 25 Aprile 2023 a Messina all’ Horcynus Orca per una comparsata in acustico, 27 Aprile 2023 a Ragusa Prima Classe ed il 28 Aprile 2023 al Perditempo di Barcellona Pozzo di Gotto. Il calendario ovviamente è in continuo aggiornamento, soprattutto in previsione dell’estate e dell’uscita dell’album.

Chi ti accompagnerà in tour?

Da un paio di anni mi sono trasferito sul lato tirreno, Saponara bassa (Giuntarella), tra Rometta e Villafranca, sono stato adottato da questo territorio che amo, e la band che ho voluto creare è, appositamente, composta da ragazzi che vivono su questo versante, proprio perché appunto volevo trovare dei musicisti, ma in primis delle persone, che condividessero i miei ideali, dato che nel disco si parla tanto di amore per il territorio, di natura, del rapporto dell’ uomo con la natura e dei propri ritmi, e tra l’ altro un pezzo si intitolerà proprio Tirreno. Abitando tutti vicini, ci viene anche più facile provare. Da qui la mia Tirrenic band:Giuseppe Alan Lisa alla chitarra, Aldo Scandurra al basso, e alle percussioni Giandomenico Mazzei.

Il tuo percorso di musicista, cantante, autore e compositore si arricchisce di un altro tassello, ovvero Musicoterapeuta. Quando hai iniziato ed in cosa consiste?

Ho iniziato quattro anni frequentando la scuola privata Aleteia di Musicoterapia, della durata di tre anni, ad Enna, che mi impegnava sostanzialmente in lezioni di teoria e pratica. Verso la fine del percorso, poi, avevamo delle ore di tirocinio da fare, ed io le ho svolte al centro diurno Camelot allora diretto dal Dottor Allone, e grazie a lui, alla sua preparazione e disponibilità, ho avuto modo di sperimentare tanto a tal riguardo. Un giorno a settimana, infatti, ho iniziato a lavorare con i pazienti del Centro Diurno. Adesso lavoro in un paio di centri, per citarne alcuni a Proviciale da Rosanna Lazzarotto e Calatabiano in un centro per l’Autismo. I primi di Aprile ho partecipato con un intervento a tema proprio alla Giornata per l’Autismo. Il lavoro della musicoterapia con la sfera dell’autismo è quello per antonomasia, porta ad ottimi risultati ed è molto interessante. Nella musicoterapia non c’ è un cercare di educare o indottrinare qualcuno alla musica, ma si lavora, come nella psicologia umanistica, partendo dal concetto che ogni soggetto ha all’ interno le risposte necessarie per l’adattamento, per la realizzazione di se stesso nella vita e nella società. A maggior ragione nella sfera dell’autismo la musica diventa tutta improvvisazione: se un bimbetto che mi entra in sala fa un verso che magari in contesto sociale porterebbe qualcuno a storcere il naso, io invece riprendo quel verso che lui propone e lo faccio diventare una melodia con la chitarra, o lo canto con degli accordi suonando qualsiasi strumento. Diventa quindi un’improvvisazione che nasce da un segnale che mi da lui e che lo coinvolge. Queste esperienze mi aiutano a stare sempre in ascolto rispetto alle cose che mi stanno succedendo intorno, è come se diventassi un radar.

A te, personalmente, cosa ha insegnato la Musicoterapia?

Quello che ho scritto e composto in tutti questi ultimi anni deriva anche dalle mie scelte e da quello che mi ha influenzato. Primo fra tutti il mio percorso di musicoterapia grazie a cui ho imparato ad allontanarmi dall’ attenzione spasmodica della performance, dal dover sempre fare bene, sempre prendere la nota più difficile, per apparire un cantante o un performer di alto livello. La musicoterapia mi aiuta molto di più a stare in ascolto con le persone, questo può accadere in delle piccole situazioni quando faccio terapia, e poi io me lo riporto sul palco. Se mi concentro troppo sull’ aspetto performativo, rischio di distaccarmi eccessivamente da quello che sta accadendo in quel momento e dalla magia della musica. Invece stando sempre in ascolto con il tuo pubblico riesci ad avere una sensibilità che ti consente veramente di trasmettere quel momento musicale, che diventa poi un’esperienza per tutti, un’esperienza partecipata. La musicoterapia mi ha insegnato a stare molto più in ascolto con me stesso e con tutto quello che mi accade.

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