MESSINA. La giornalista messinese Palmira Mancuso è stata eletta quale membro dell’Assemblea di Più Europa nella lista Libertà Stato di diritto Democrazia, insieme ad altri 13 componenti schierati a sostegno della candidatura alla segreteria di Marco Cappato, a conclusione del congresso fondativo che si è tenuto a Milano lo scorso gennaio e che ha portato all’elezione di Benedetto Della Vedova.
Mancuso, che già prima del congresso aveva anticipato in un documento politico la “questione siciliana”, polemizzando durante la tre giorni con Tabacci per la risaputa strategia delle “truppe cammellate”, ha ribadito la posizione dei siciliani che non si riconoscono nei metodi di reclutamento degli iscritti, stigmatizzando anche la portata politica di protagonismi, come quello di Fabrizio Ferrandelli, senza che ci sia stato un necessario confronto a livello regionale. “Sento la responsabilità di proseguire dentro e fuori il partito l’impegno politico sui temi per i quali è nata Più Europa – dichiara Palmira Mancuso – in attesa che si faccia chiarezza su quanto emerso dopo il congresso, ovvero la necessità di prendere le distanze dai metodi partitocratici di cui molti attivisti si sono sentiti vittime”.
“Il congresso a cui ho partecipato è stato un momento di grande passione e confronto sui temi – continua Mancuso – ma è stato sporcato da strategie che, se hanno già affossato il Partito Democratico anche in Sicilia, non devono trovare spazio per il prossimo futuro, pena la perdita di credibilità di una forza nuova e inclusiva. Lavorerò politicamente nel solco di una leadership che per me resta quella di Marco Cappato, in un rapporto di lealtà con il segretario Benedetto Della Vedova che mi auguro comprenda quanto l’accordo con Tabacci declinato come le cronache hanno impietosamente raccontato, abbia demotivato molti degli attivisti che hanno lavorato in maniera genuina e trasparente per la sua elezione”.
“A Messina c’è molto da fare – conclude Mancuso, direttore responsabile di una testata locale che ha fondato nel 2011 – e nei prossimi giorni chiamerò a raccolta quanti credono in un modello di Europa più unita e democratica, contro quel sovranismo che rischia, anche in territori poveri come il nostro, di giustificare l’assenza dei diritti fondamentali, a partire dalla possibilità di esercitare quello di cittadinanza”.