PALERMO. Pronto a partire il fermo biologico della pesca per il 2022, un periodo di tempo nel quale è proibita la pesca in determinate aree: decisione che è in vigore da ormai 30 anni e che l’Unione Europea ha fortemente voluto per tutelare il patrimonio ittico dei mari, favorendo la riproduzione naturale delle specie più pescate, per dare tempo ai pesci di portare a termine il loro ciclo riproduttivo senza pericoli, salvaguardando, così, la fauna dei mari più battuti dai pescherecci. L’annuncio è stato dato dal presidente della Regione Nello Musumeci nel corso della sua visita, ieri pomeriggio, a Selinunte. Nel piccolo borgo marinaro del Trapanese, il governatore siciliano era accompagnato dall’assessore regionale alla Pesca Toni Scilla. A illustrare i dettagli provvedimento sul fermo biologico è stato l’assessore Scilla.  «Dopo aver raccolto le istanze delle associazioni di categoria, del mondo sindacale e scientifico – spiega – ho firmato il decreto che consentirà alle imbarcazioni siciliane di effettuare il fermo biologico per il 2022. Un provvedimento snello e intelligente che va a sostegno delle imprese del settore in un momento particolarmente delicato, aggravato anche dall’innalzamento esagerato del prezzo del gasolio e che per la prima volta, di fatto, consente nell’immediato di effettuare i trenta giorni di fermo obbligatorio. Sarà infatti possibile arrestare le attività di pesca per un mese consecutivo nel periodo che va dal 21 marzo al 31 dicembre». Affrontata anche la questione del gambero rosa che è stato inserito tra i gamberi di profondità. «Ancora una volta – prosegue Scilla – il governo Musumeci si dimostra vicino con i fatti al settore della pesca, considerato vero patrimonio economico, sociale e culturale della nostra Isola».

«Un’altra buona notizia  – conclude l’assessore – riguarda l’intesa, votata in commissione Politiche agricole, che consente di ripetere a livello nazionale la misura Covid che prevede aiuti economici per complessivi 20 milioni di euro, così suddivisi: 15 milioni per le imprese della pesca marittima, 3,5 milioni per il settore dell’acquacoltura e 1,5 milioni per la pesca in acque interne. Con l’approvazione definitiva in Conferenza Stato-Regioni torno a sottolineare la sinergia con il Governo nazionale».
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