MESSINA. “Abbiamo lavorato per non fare ricorso al Tar, pensando che a Messina prendessero in considerazione le cose per come andavano prese. Non è successo, andremo al Tar”. Marcello Scurria, avvocato e fino a due mesi fa presidente di Arisme, agenzia comunale per il risanamento, e che insieme alla collega Francesca Andò sta seguendo il ricorso che Luigi Genovese proporrà al Tar per recuperare il seggio che gli era stato assegnato in prima battuta e che poi ha perso (qui tutta la storia), lotterà perchè l’ex deputato del Mpa riprenda il suo seggio perchè, spiega, si sono trovati oltre cento voti a favore di Genovese (sui trenta che oggi hanno determinato l’attribuzione del seggio a Pippo Laccoto della Lega), che lo manderebbero dritto all’Ars per la seconda volta. Scurria è un fiume in piena:” Non abbiamo trovato un ufficio centrale (composto da tre magistrati di Corte d’Appello, ndr) disponibile ad esaminare gli errori che abbiamo trovato. Ci siamo scontrati con un “muro di gomma” del seggio centrale”. Quale? ” Per esempio discrasia tra voti di lista e voti di preferenza“, spiega Scurria. “Chiedevamo che venisse fare questa verifica, e rispetto a queste richieste l’ufficio si è chiuso in un formalismo decisamente inaccettabile. Altri uffici centrali si sono comportati diversamente“, sottolinea Scurria, citando il verbale dell’ufficio centrale di Siracusa, “aprendo le tabelle di scrutinio e accertandosi della genuinità del voto. Abbiamo addirittura un provvedimento scritto con cui è stato negato al rappresentante di lista di prendere visione del verbale. Persino la Corte di Cassazione, su segnalazione dell’ufficio centrale della Puglia, è intervenuta. Perchè non si è fatto a Messina? Ci vuole una certa uniformità, perchè questa fase è prevista proprio per non arrivare al ricorso al Tar”. Cosa è successo materialmente, secondo la ricostruzione di Scurria e Andò? Depositato in Corte d’appello, all’ufficio centrale, c’è un verbale elettorale, e un altro si trova in ogni seggio di ogni comune (777 in tutta la provincia di Messina), e al ricontrollo dei voti, effettuato di routine dopo il primo scrutinio si vede se coincidono. Nella stessa busta che arriva all’ufficio centrale da ogni seggio c’è la tabella di scrutinio, il “carpettone” che viene consegnato alla scrutatore che segna i voti. “Abbiamo chiesto la verifica della tabella, per capire se ci fossero discrasia tra quella e i verbali, e c’è stato detto che non possono guardarla”, conclude Scurria. Se quello di Scurria e Andò è un intervento tecnico, quello di Luigi Genovese è essenzialmente politico. “Si è arrivati ad un esito del quale si prende atto e si accetta, ma lo abbiamo analizzato e abbiamo dubbio che quello attuale sia il reale esito della competizione elettorale. Vogliamo vederci chiaro su un dato che è difforme rispetto a quello che adesso vediamo dall’analisi dei verbali. Il percorso politico continuerà, a prescindere dal ruolo che ricoprirò“.