MESSINA. I numeri parlano chiaro: nel settennato 2007/2013, in provincia di Messina sono arrivati 2,1 miliardi di fondi strutturali. Di questi, in un territorio affamato di lavoro, se ne sono spesi 1,1, poco più del 50%. Resta un miliardo di euro finanziato e mai speso. Che, uscito dalla porta, potrebbe rientrare dalla finestra. Col masterplan: 774 milioni di euro in parte “rifinanziati”, in parte nuovi di pacca, che potrebbero arrivare attraverso il Patto per Messina, sull’attuazione del quale stamattina il ministro per la Coesione Claudio De Vincenti è venuto a discutere col sindaco della città Metropolitana Renato Accorinti, col commissario straordinario Filippo Romano e con Guido Signorino, assessore allo Sviluppo del comune di Messina e “titolare” del Masterplan, e delle opere che ci sono dentro. Quali?

Intanto le le eterne incompiute, che col Masterplan dovrebbero avere finalmente una conclusione: gli svincoli, per esempio, opera che è nata nel 1997 e che sarà costata, una volta ultimata, oltre 95 milioni: 87 sono già stati finanziati, ne restano da reperire qualcosa in più di otto, per una “accelerazione delle procedure”: la stessa che il Masterplan prevede per il porto di Tremestieri, opera da 72 milioni totali, con sei milioni e mezzo da reperire con la rimodulazione dell’accordo di programma quadro per i trasporti.

Poi la Piastra di distribuzione logistica di Tremestieri (progetto che si deve all’ex assessore allo Sviluppo economico Gianfranco Scoglio), “ballano” 73 milioni di euro, oltre 34 dei quali da reperire tramite partner privato. Per il parco urbano tra Cittadella e porto storico saranno necessari quasi 35 milioni di euro, dei quali solo cinque sono già assegnati, ed i restanti trenta da reperire tramite il Po-Fesr 2014-2020.

Anche per la riqualificazione funzionale e strutturale del pilone di Faro c’è da reperire un partner privato che finanzi praticamente per intero i 9 milioni e 821mila euro necessari al progetto, mentre per la sistemazione idraulica dei torrenti Larderia, Papardo, Gesso e Ortoliuzzo servono 47 milioni: 40 dal Po-Fesr e poco meno di otto dai fondi di Coesione. Mentre negli altri progetti l’obiettivo è l’apertura dei cantieri entro l’anno, in questo caso si punta alla progettazione esecutiva.

Contando anche il secondo Palagiustizia (17 milioni), la sistemazione del torrente Bisconte (trenta milioni), il depuratore di Mili (dieci milioni) e gli interventi sull’acquedotto di Fiumefreddo (tre milioni e rotti), in tutto per Messina sono previste quarantuno opere e 332 milioni, da finanziare con risorse del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione 2014-2020, dodici delle quali cantierabili entro l’anno.

Questi alcuni dei progetti per Messina. Nel resto della Città Metropolitana, De Vincenti ha citato i quaranta milioni di euro del porto turistico di sant’Agata di Militello, ma ci saranno anche trenta milioni per gli svincoli di Santa Teresa di Riva ed Alì sull’autostrada Messina-Catania, e di Monforte Marina sulla Messina-Palermo, finanziati con quindici milioni. Nel masterplan c’è anche in previsione il progetto monstre del porto turistico di santo Stefano di Camastra.

In tutto, il Masterplan prevede opere per 777 milioni e 899mila euro: di questi, quasi 254 milioni sono già assegnati, ma restano da trovare gli altri. Dove? Il cronoprogramma lo spiega: 332 milioni di euro direttamente dai fondi di Coesione 2014/2020, ne mancano quasi 192.

 

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