MESSINA. Il “Patto della Falce”, strumento di pianificazione per la città di Messina con lo scopo di recuperare e valorizzare le aree esistenti all’interno del Piano regolatore del Porto, è arrivato al vaglio del Comitato Regionale Urbanistico (C.R.U.), ultimo passaggio prima dell’approvazione del Piano regolatore Portuale (P.R.P.) entro cui opera il Patto.

Nella seduta del 29 maggio, tra i punti all’ordine del giorno del C.R.U, è inserito il Piano Regolatore del Porto di Messina e quindi il Patto della Falce, che rappresenta un tentativo di avviare il recupero e la valorizzazione delle preziose aree della zona Falcata comprese tra la Lanterna del Montorsoli (faro di San Ranieri) e la Cittadella.

“A oggi quelle aree sono state dimenticate e anche umiliate, deturpate. Cosa sarebbe successo se qualcuno avesse proposto di fare un’azienda metalmeccanica dentro Fortezza da Basso a Firenze?”, chiedono i membri di “MessinaAccomuna” all’interno di un comunicato stampa.

“A Messina sono stati fatti un cantiere navale dentro la fortezza del ‘600 e un deposito di carburanti accanto a un monumento dello stessa anno. Il Patto della Falce tenta, tardivamente, di rimediare a queste follie che purtroppo appartengono non alla preistoria ma al passato recente della nostra città”.

A fine 2015 l’assessore De Cola, durante una trasmissione televisiva, propose di istituire un tavolo con tutti i soggetti competenti per condividere e definire azioni concrete per il recupero della zona Falcata – scrivono ricordando i passaggi che hanno portato alla valutazione del Consiglio Regionale per l’Urbanistica – Seguirono incontri e valutazioni tra i soggetti interessati (Regione, Autorità Portuale, Comune) che portarono alla firma del Patto della Falce a fine gennaio 2016. Accordo necessario anche per sbloccare l’iter di approvazione del Piano Regolatore del Porto, avviato da più di 10 anni. Pochi giorni dopo (il 5 febbraio 2016), Autorità Portuale e Amministrazione di Messina fissarono i nuovi principi urbanistici per la zona compresa tra la lanterna del Montorsoli e la Cittadella riducendo fortemente l’edificabilità (da 140.000 mc a 25.000 mc) e prevedendo parametri insediativi (distanze, altezze, limiti delle zone edificabili) che favorissero, un recupero dell’area finalizzato alla pubblica fruizione dello spazio”.

“Come cittadini auspichiamo fortemente che il C.R.U. condivida e difenda le linee tracciate dal Patto, già positivamente valutate dalla commissione per la V.A.S. (Valutazione di impatto ambientale) che ha prescritto nel suo parere il rispetto di quanto previsto”, continuano nella nota.

“Si avvia così un processo di riqualificazione che, partendo dalle sue radici storiche, deve trovare nella Falce il fulcro e l’avvio per un’azione di recupero e valorizzazione della nostra città. Questo intervento può essere, infatti, il primo importante tassello di un’azione di recupero e valorizzazione delle risorse ambientali, culturali e paesaggistiche di cui la nostra città dispone e che sono certamente le basi su cui costruire un futuro di crescita e sostenibilità per Messina”.

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