MESSINA. Chiusa la conta dei voti, alcune riflessioni politiche da parte di Palmira Mancuso (Più Europa) alla luce della campagna elettorale che l’ha vista candidata Capolista a Messina ed Enna e alla Regione nella lista del Pd.

«A Messina con la mia candidatura abbiamo sperimentato le convergenze e la necessità di pensare alle proposte politiche che uniscono le molte anime della sinistra -spiega- Oggi i tempi sono maturi e la geografia politica è ben delineata per gli elettori, che voglio ringraziare per la stima che hanno mostrato nei miei confronti. Sapere di essere stata il primo voto per una neodiciottenne che ha voluto farmelo sapere, di una donna che da anni non andava più a votare ma per me l’ha fatto, di chi è rientrato in città pur di scrivere il mio nome su una scheda: ecco questi voti non hanno prezzo, hanno invece molto valore. Un valore che sarà l’obiettivo politico da perseguire, per riportare i cittadini alle urne evitando il pericoloso mantra del “non contiamo niente” che ha alimentato da un lato sovranismo e populismo, dall’altro l’astensionismo»

«Per la sinistra in Italia – continua- si apre una stagione nuova, in cui le donne potranno e dovranno essere protagoniste, e da Messina vorrò certamente dare il mio contributo, non lasciando che la grande storia politica che ci appartiene, a partire da quel seme di speranza che ha dato vita all’Unione Europea, venga dimenticata o superata da una mercificazione elettorale che tanto male ha fatto anche alla nostra Sicilia»

«L’accordo elettorale con il Partito Democratico – continua Mancuso-permetterà al Paese, anche attraverso il contributo di +Europa, di avere una prospettiva per difendere i diritti e per conquistarne di nuovi nella prossima legislatura dove saremo un avamposto per l’opposizione ai sovranisti. Proprio per queste ragioni è necessario non fermarsi ai numeri, che mostrano chiaramente come la vera sfida sarà restituire dignità al consenso, e tornare sui territori già domani così come siamo riusciti a fare durante questa breve ma intensa campagna»

«La sinistra liberale esiste- spiega- e, al netto di quello “zero virgola” che non ci ha permesso di entrare in Parlamento (e sui cui faremo ricorso), sarà un’area necessaria a rafforzare e rinnovare il partito democratico che si prepara ad una nuova stagione congressuale a cui si guarda con attenzione per un cambio di passo che si riverberi anche sui territori»

«Infine – conclude- una riflessione merita il fenomeno Cateno De Luca, che è la dimostrazione di almeno due evidenze: la politica non si fa sui social, al massimo si può amplificare; quando manca uno dei pilastri come quello dell’informazione, la democrazia è in pericolo. Il consenso in Sicilia è ancora legato a sistemi di potere che ci hanno riportati indietro di 50 anni, e mai come adesso non è questione anagrafica essere giovani. Le prime parole del neo presidente Schifani e le ultime di De Luca mi hanno fatto pensare a quel mantra pannelliano dei “buoni a nulla e capaci di tutto” e ho ripreso in mano Leonardo Sciascia, che è l’unico pozzo a cui ancora noi siciliani possiamo attingere per leggere quello che è accaduto a queste elezioni e anticipare quello per cui siamo chiamati ad opporci. “Incredibile è l’Italia, e bisogna andare in Sicilia per constatare quanto è incredibile l’Italia»

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