MESSINA. Ci sono voluti cinque sentenze e parecchi anni per assolvere Antonino Romano, un imprenditore messinese accusato di essere il mandante dell’omicidio di Antonino Stracuzzi, ucciso nel tardo pomeriggio del 14 ottobre del 1992, a Messina.

Stracuzzi fu freddato da colpi di pistola calibro 357 Magnum e 7.65 parabellum, mentre era a bordo della sua Fiat Croma grigia davanti la chiesa di San Matteo, nel rione di Villa Lina. La Corte d’appello di Catanzaro, nel processo di revisione, ha dato ragione alla difensa assolvendo l’imprenditore. Romano era stato tirato in ballo da alcuni collaboratori di giustizia. Avrebbe fatto uccidere Stracuzzi per vendetta, perché avrebbe redarguito uno dei suoi figli picchiandolo. L’imprenditore era stato condannato dalla Corte d’Assise di Messina a 25 anni di carcere. In appello la pena gli era stata ridotta a 18 anni e 8 mesi. La Cassazione, per un vizio procedurale, aveva annullato la sentenza rinviando alla Corte d’assise d’Appello di Reggio Calabria che aveva confermato la sentenza di condanna. Nel frattempo esecutori materiali del delitto erano stati tutti condannati. La sentenza diventa definitiva ed a giugno 2016 Romano si presenta in carcere. Nel frattempo il suo legale, l’avvocato Giovambattista Freni, avvia il processo di revisione portando nuove prove. Il processo finisce in Corte d’Appello a Catanzaro e termina con una sentenza di assoluzione.

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