MESSINA. L’accusa chiede la conferma della condanna a 30 anni nel processo d’appello per l’omicidio del pensionato Pietro Lo Turco, 64 anni, ucciso con tre colpi di fucile a Mongiuffi Melia l’1 ottobre 2017. Il processo è nei confronti di Leonardo Lo Giudice, un vicino di casa che in primo grado era stato condannato, in abbreviato, a 30 anni. Il processo d’appello è entrato nel vivo ed il sostituto pg Adriana Costabile, al termine del suo intervento, ha chiesto alla Corte d’Assise d’Appello, la conferma della sentenza di primo grado. È poi intervenuta la parte civile. Nella prossima udienza previsto l’intervento degli avvocati Giuseppe Carrabba e Alfio Ardizzone, difensori dell’uomo. Alla base dell’omicidio, come accertato dalle indagini dei carabinieri della Compagnia di Taormina, cattivi rapporti di vicinato. Lo Turco fu ucciso, nei pressi della sua abitazione,  in un terreno di contrada Pagliarazzo, dove si era recato per fare legna. Fin dall’inizio delle indagini emersero i dissidi con Leonardo Lo Giudice, vicino di casa della vittima sul quale si concentrò l’attenzione dei carabinieri. L’esame del percorso fatto quella mattina da Lo Giudice attraverso il Gps montato a bordo della sua stessa auto, permise di scoprire che, in un orario compatibile con quello in cui l’omicidio era stato commesso, l’auto di Lo Giudice aveva effettuato una sosta di circa quattro minuti nella zona in cui il pensionato è stato ucciso. Infine gli accertamenti balistici del Ris, sui proiettili ritrovati sul luogo del delitto permisero di risalire al fucile di Lo Giudice e chiudere il cerchio.

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