MESSINA. Ha suscitato numerosi reazioni, dai toni opposti, la protesta dei nove migranti vulnerabili ospiti dello Sprar di Curcuraci, che ieri hanno occupato la struttura: dall’assessora comunale Nina Santisi alla neo deputata all’Ars Elvira Amata, fino al consigliere di quartiere Alessandro Cacciotto, che già in passato era intervenuto più volte riguardo all’hotspot della caserma Gasparro di Bisconte.

Il dipartimento Politiche Sociali del Comune, su richiesta della Santisi, assessora al ramo, ha avviato un’ispezione e convocato la cooperativa Pro Alter 2000, responsabile della struttura dal luglio 2016.

“Dopo avere incontrato i rappresentanti – si legge in una nota dell’Amministrazione comunale – il dirigente conferma innanzitutto che la protesta non è stata caratterizzata da episodi di violenza né da atti vandalici, come d’altronde verificato da carabinieri e magistratura intervenuti sul posto, rientrando velocemente. Le ragioni dell’occupazione, come emerso già nella giornata di ieri, sono legate al ritardo del trasferimento degli ospiti dello Sprar nella nuova struttura individuata in città, situata in via Jaci. Inoltre, i migranti hanno protestato per non aver ricevuto il pocket money giornaliero di 1,50 euro a cui hanno diritto. Con la presente nota, l’Amministrazione comunale informa che l’assessora Santisi ha investito il dirigente del dipartimento Politiche Sociali affinché intervenga immediatamente perché il sistema di monitoraggio e controllo sia più stringente e perché si individuino eventuali responsabilità nella sua mancata applicazione, specie per quanto riguarda la questione del pocket money. Il dipartimento Politiche Sociali, dal canto suo, ha richiesto alla cooperativa Pro Alter 2000 di accelerare le procedure per il trasferimento degli ospiti nella nuova sede dello Sprar e, verificata la mancata erogazione del pocket money, di tornare a garantirne immediatamente la corretta e continua distribuzione”, prosegue la nota, nella quale l’Amministrazione ribadisce l’impegno nella seconda accoglienza e l’investimento nel sistema Sprar,  rifiutando ancora  “ogni strumentalizzazione dell’episodio, finalizzata ad alimentare forme di discriminazione e di non accoglienza verso le persone che drammaticamente raggiungono i nostri territori e ad alimentare paura e percezione di insicurezza compromettendo la convivenza pacifica, l’inclusione e l’integrazione”.

Sulla vicenda è intervenuta anche la neo deputata all’Ars Elvira Amata: «Intendo capire la situazione prima di pronunciarmi in modo netto. Disordini di questo genere sono preoccupanti e sempre correlati al disagio: sia quello che le ingenera che quello che determinano”, ha commentato l’esponente di Fratelli d’Italia. “Va da sè – prosegue – che è necessario comprendere se e quali diritti siano stati lesi in questo caso e individuare le responsabilità.  E, una volta per tutte, sarebbe opportuno che chi di dovere iniziasse a seguire con attenzione le dinamiche della vita di questi centri, nell’interesse di chi vi è ospite, degli operatori che sono attivi al loro interno e dei cittadini che vivono nelle zone in cui i centri sono ubicati. Una circostanza quest’ultima, che non mi stancherò mai di bollare come assurda: si è imposta una convivenza sregolata spesso in zone che vivono già problematiche sensibili e si vedono trascurate – se non abbandonate – dalle istituzioni, senza porsi il problema di come questa coesistenza vada gestita con la cittadinanza locale, evitando che si verifichino situazioni di rivolta come quelle a cui nel nostro paese (e anche a Messina) abbiamo già assistito. E la memoria torna ai recenti fatti di Bisconte. Le istituzioni hanno il dovere di tutelare i cittadini, non lo si dimentichi”, conclude la deputata.

“Quanto accaduto ieri allo Sprar di Curcuraci – commenta invece Alessandro Cacciotto – dimostra il grave problema migranti in città e l’alone di mistero che caratterizza la gestione. Purtroppo molti migranti vagano per la città senza meta, fuori controllo. Non c’è nessuna forma di integrazione e l’accoglienza resta un grosso punto interrogativo. Con i colleghi Gioveni e Carreri ho più volte rappresentato le preoccupazioni sulla ex caserma di Bisconte per la quale è in corso il nuovo bando per la gestione. Ritengo che sia necessario un cambio di passo nell’accoglienza e sarebbe opportuno che il Sindaco, latitante sull’argomento, facesse sentire la sua voce. Sarebbe poi opportuno stilare, come accaduto in altre città, dei protocolli tra la Prefettura e le cooperative che gestiscono i migranti in cui quest’ultimi siano impegnati in lavori socialmente utili. Insomma – conclude – non è più possibile tacere sulla delicata questione dei migranti che investe la nostra città”.

 

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